Commercio, il M5S contro le aperture selvagge: “Decisione sugli orari torni alle Regioni”

siamo-chiusi“La regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali torni alle Regioni. La liberalizzazione voluta dal Governo non ha fatto altro che arricchire le casse della grande distribuzione, creando pesanti disagi ai lavoratori e facendo sparire le piccole botteghe dei centri storici”. Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, ha presentato una risoluzione per impegnare la Giunta a attivare un confronto all’interno della Conferenza Stato-Regioni affinché la potestà di regolamentazione nel settore del commercio torni alle Regioni. Una richiesta scaturita dalla condizione di estrema difficoltà in cui il settore del piccolo commercio è piombata dopo che nel 2011 l’allora governo Monti introdusse la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali.

“Quella che doveva essere una norma per dare nuova linfa a un settore in crisi si è trasformato in un boomerang che ha definitivamente affossato il piccolo commercio – spiega la consigliera del M5S – Si sono persi posti di lavoro, i prezzi non sono scesi e si è obbligato i lavoratori di negozi, supermercati e centri commerciali a sostenere turni ingestibili, rendendo loro impossibile la conciliazione tra lavoro e vita familiare. Gli unici a trarre profitto sono stati i colossi della grande distribuzione che ancora una volta hanno potuto godere di favori e benefici rispetto ai piccoli commercianti impossibilitati a sostenere i costi imposti dalle liberalizzazione degli orari. Visto che la situazione non è diventata più rimandabile, crediamo che sia compito della politica cercare di trovare una soluzione”.

Il M5S a livello nazionale aveva presentato, già ad inizio legislatura grazie al portavoce Michele Dell’Orco, una proposta di legge per ricondurre la competenza legislativa e la potestà sulla pianificazione delle aperture dei negozi. Proposta che però giace nei cassetti della Camera dei Deputati visto che la maggioranza a guida PD non sembra avere nessuna intenzione di trattarla.

“Anche in Emilia-Romagna questa liberalizzazione non ha fatto altro che favorire le grandi catene della distribuzione, alcune delle quali in una posizione già ampiamente dominante come quella della Coop – specifica Raffaella Sensoli – D’altronde quello sta succedendo con la fusione tra le centrali Adriatica, Estense e Nordest, conferma i timori dell’instaurazione di un monopolio diretto nel settore. E pensare che originariamente le Coop erano nate per sostenere e coinvolgere i “piccoli” e invece adesso servono solo a dare vantaggi fiscali ai colossi (vedi Unipol) che non ne hanno bisogno, a discapito dei lavoratori”.

“Crediamo sia giusto che la Regione, arrivati a questo punto, prenda in mano la situazione e si attivi per tutelare il commercio di prossimità e le botteghe dei centri storici che altrimenti rischiano di sparire da un momento all’altro – aggiungono i consiglieri Andrea Bertani e Gian Luca Sassi che hanno sottoscritto la risoluzione – Per questo serve che si attivi al più presto un tavolo di confronto regionale che comprenda tutti gli attori del settore e che prenda anche in considerazione la tutela dei diritti dei lavoratori”.