“Il caso della finta promessa del Comune di Castelfranco di diminuire le quantità di ghiaia da estrarre nelle cave del proprio territorio è la dimostrazione di quanto in Emilia-Romagna questo tema non voglia essere affrontato con la dovuta efficacia proprio per non scontentare la potente lobby dei cavatori. Basti pensare che la Regione ci ha messo ben 21 anni solo per aggiornare le tariffe sulle estrazioni e che la relativa legge è vecchia di 25 anni, un quarto di secolo”. Sbarca in Regione il caso delle estrazioni di ghiaia a Castelfranco Emilia: Giulia Gibertoni presenterà una interrogazione sul caso dopo che le minoranze in Consiglio comunale hanno denunciato la reale mancanza di volontà politica, da parte della maggioranza a guida PD, di voler affrontare il tema della diminuzione delle attività estrattive.
“In Emilia-Romagna quello delle cave sembra essere un argomento tabù, del quale se si può non si deve parlare – spiega Giulia Gibertoni – Siamo la Regione dove, a fronte di tutta la mole di attività estrattiva messa in piedi dai cavatori, Comuni, Province e Regione nel 2014 hanno incassato appena 2 milioni e mezzo di euro. Una cifra ridicola se rapportata ai fatturati di queste società e che la dice lunga sulla speculazione che si nasconde dietro a questo mondo che i vari governi, sia a livello regionale che comunale, non hanno mai voluto realmente sottoporre a vincoli stringenti, basti ricordare l’esonero, di fatto, dell’IMU per i cavatori. È da anni che siamo in attesa di una legge per aggiornare e regolamentare le attività estrattive, la legge regionale di settore è del 1991, mentre l’aumento delle tariffe disposto qualche anno fa è stato sostanzialmente ridicolo ed incapace di scoraggiare questa attività”.
Per questo nella sua interrogazione Giulia Gibertoni chiede alla Giunta una accelerazione sul fronte normativo. “Poche settimane fa, rispondendo a una nostra precedente interrogazione, l’assessore Gazzolo ha assicurato che presto la normativa verrà aggiornata. Si tratta però dell’ennesima promessa senza un reale obiettivo temporale – aggiunge Giulia Gibertoni – Le cifre che oggi i cavatori pagano per le loro attività sono troppo basse, soprattutto se messe in relazione ai danni provocati. Anche se la Regione dice di essere all’avanguardia sul fronte del ripristino, la verità è che le cave distruggono irrimediabilmente il territorio. Se vogliamo per davvero promuovere il consumo zero di suolo queste attività devono essere disincentivate e parallelamente devono migliorare, soprattutto qualitativamente, gli utilizzi degli inerti da demolizione. Per questo chiediamo alla Giunta di mettere mano al più presto alla normativa. Un quarto di secolo di attesa ci sembra davvero troppo”.