“La Regione fermi la costante colata di cemento in atto a Cattolica. Da anni ormai, attraverso il ricorso selvaggio alla cosiddetta perequazione, il Comune sta urbanizzando le poche aree non ancora invase dal cemento”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, contenuta in una interrogazione alla Giunta sul caso del nuovo Piano Operativo Comunale (POC) che sta per essere approvato in via definitiva dal Comune di Cattolica dopo la scadenza del termine per la presentazioni delle osservazioni prevista per il prossimo 13 marzo.
“Il comune di Cattolica è uno dei più piccoli, come ampiezza del territorio, dell’intera Regione Emilia-Romagna, ma risulta molto densamente urbanizzato visto che è al primo posto, in regione, per densità abitativa con 2.757 abitanti per kilometro quadrato, a fronte di un dato medio regionale di 198 abitanti per kilometro quadrato – spiega Raffaella Sensoli – Tutto questo nonostante sia attraversato da ben tre fiumi, dalla ferrovia che taglia in due la città, dall’autostrada A14 e dalla strada statale n. 16 ed è stretto, dal lato del mare, dal demanio marittimo. Nonostante questi dati di fatto l’amministrazione comunale, con il sistema perequativo, continua ad incrementare il numero e l’estensione degli insediamenti urbanizzati distruggendo così, di fatto le poche aree superstiti non ancora urbanizzate rimaste sul territorio comunale. In questo modo è stato possibile spostare il potenziale edificatorio delle aree assolutamente vincolate, dove non si può costruire, verso altre zone di Cattolica, dove l’indice di costruzione era già stato individuato e passato al vaglio provinciale, raddoppiando o anche triplicando l’indice di urbanizzazione, con un inevitabile grave danno ambientale”.
Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S cita il caso del piano urbanistico in zona Torconca, già contenuto nel POC del 2009. “Il piano precedente prevedeva la possibilità di edificare circa 1.800 metri quadrati all’interno del quartiere e con il sistema della perequazione si dà l’assenso al proprietario dell’area, assieme ad altre tre società proprietarie di aree vincolate alla non edificabilità, di realizzare più del doppio di quello consentito senza la perequazione, ovvero ulteriori 3.700 metri quadrati – aggiunge Raffaella Sensoli – In pratica la perequazione viene utilizzata come modalità generalizzata per compensare i proprietari fondiari, nascondendosi dietro l’alibi della cessione gratuita di aree per verde e servizi, così come è già avvenuto per altre amministrazioni comunali del territorio regionale, non ultima l’amministrazione comunale di Bologna negli ultimi anni”. Per questo la consigliera regionale del M5S chiede alla Giunta se “non ritenga che l’utilizzo compiuto dall’Amministrazione comunale di Cattolica dello strumento della perequazione sfiori l’illegittimità ed, a questo riguardo, se non ritenga di partecipare alla fase di adozione del POC mediante delle motivate osservazioni a contrasto, oltre a prevedere un proprio coordinamento tecnico al servizio degli uffici tecnici comunali per evitare possibili degenerazioni di questo tipo”.