“La Regione sopperisca alla mancanza di una specifica regolamentazione di prevenzione ed abbattimento dei disturbi legati agli odori. Manca una specifica norma nazionale e sussistono in molti casi difficoltà tecniche di individuazione delle sostanze che originano la percezione di odori sgradevoli. Non solo: i cattivi odori, ad esempio quelli dovuti alle nuove tecniche di stampa di lastre ceramiche, a volte costituiscono soltanto la punta dell’iceberg a cui vanno aggiunte sostanze molto nocive ma a bassa soglia olfattiva pur presenti nelle emissioni dei distretti ceramici; ma quante e quali sono?”.
A chiederlo è Giulia Gibertoni che ha presentato una interrogazione alla giunta regionale che riguarda soprattutto le emissioni odorigene nelle zone dei distretti ceramici, in particolare tra le province di Modena e Reggio Emilia. “Ad esempio nelle varie rilevazioni effettuate su varie emissioni soprattutto a ridosso dei distretti, chiediamo che venga spiegato come avviene il monitoraggio della presenza dell’acroleina, una sostanza chimica cancerogena molto aggressiva – spiega Giulia Gibertoni – Visto che non molto tempo fa la Giunta, rispondendo a una mia interpellanza, aveva appoggiato l’idea di avviare una regolamentazione ad hoc per lo studio di queste emissioni, chiediamo che nei distretti ceramici siano intensificati il monitoraggio e le analisi su tutte le sostanze dannose per la salute dei cittadini, sia quelle immediatamente percepibili e fastidiose sia quelle a bassa soglia olfattiva come l’aldeide acroleina. Chiediamo che siano potenziati i servizi locali dell’AUSL, in particolare prevedendo una presenza regolare del pediatra nelle scuole e nei servizi educativi quando le abitazioni civili ed i servizi educativi e scolastici sono limitrofi all’insediamento industriale, e incentivando gli strumenti di rilevazione dell’aria al fine di produrre un monitoraggio sanitario approfondito”.
“La presenza dell’acroleina – aggiunge Gibertoni – sembra purtroppo non monitorata nelle rilevazioni che si svolgono in Emilia-Romagna, mentre in altre regioni italiane dove addirittura non si producono ceramiche, la sostanza viene monitorata con particolare attenzione. Un paradosso che dovrebbe essere risolto al più presto se al momento non abbiamo nessun monitoraggio certo e scientifico sulla presenza di questa sostanza nell’aria che si respira soprattutto a ridosso dei distretti ceramici della nostra regione”.
Ecco perché nella sua interrogazione Giulia Gibertoni chiede alla Regione di fornire l’elenco delle sostanze che vengono ricercate nei monitoraggi dell’aria e se vi siano stati rilevamenti di sforamento delle concentrazioni previste negli ultimi anni nei distretti ceramici delle province di Modena e Reggio Emilia. L’interrogazione chiede anche quali siano ad oggi i risultati ottenuti in tutti i tavoli istituiti per risolvere il problema dei cattivi odori connessi all’industria della ceramica in cui erano presenti la Regione, le AUSL o ARPAE.
“Crediamo che sia necessario monitorare in modo sistematico ed approfondito le sostanze che creano emissioni odorigene fastidiose e che creano quindi immediato disagio, situazioni che vanno prevenute ed eliminate al più presto con un regolamento concepito ad hoc per le emissioni di cattivi odori, in particolare quelle legate alle produzioni industriali dei distretti ceramici. Di questa nuova normativa regionale da noi sollecitata chiediamo ora i tempi di realizzazione. Nel frattempo non vanno dimenticate o sottovalutate le emissioni a bassa soglia olfattiva: l’acroleina ad esempio è ritenuta causa di situazioni di malessere e va monitorata e analizzata con grande attenzione e regolarità” conclude Giulia Gibertoni.