“A Castelnovo Monti invece di cercare di limitare il più possibile gli spostamenti dei pazienti sembra che si cerchi di agevolare il loro dirottamento verso altre strutture. E la conferma arriva dal caso di una donna incinta alla 30esima settimana a cui personale medico avrebbe consigliato di andare direttamente a Reggio Emilia per accertamenti riguardo ad alcuni dolori alla schiena invece che indirizzarla verso il pronto soccorso di Castelnovo”.
È questo il caso denunciato da Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, in una interrogazione presentata alla Giunta e che riguarda l’assistenza sanitaria all’ospedale di Castelnovo Monti.
“Si tratta di un episodio molto spiacevole e che dimostra come sia in atto una sorta di politica di fidelizzazione al contrario degli utenti dell’ospedale, invitati a rivolgersi ad altre strutture distanti anche decine di km piuttosto che raggiungere il punto di assistenza sanitaria più vicino” spiegano Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi.
Nello specifico il caso riportato nell’interrogazione dei due esponenti del M5S riguarda una donna incinta di Villa Minozzo alla 30esima settimana che ha raccontato la sua esperienza su Facebook: nei giorni scorsi, a causa di forti dolori alla schiena e alla pancia, aveva contattato telefonicamente il reparto di ginecologia dell’ospedale di Castelnovo dove le avevano consigliato di andare direttamente a Reggio Emilia per effettuare i dovuti accertamenti. La donna però, non sentendosi in grado di spostarsi in auto per un tragitto così lungo in quelle condizioni, ha preferito andare al Pronto Soccorso di Castelnovo dove le sono state diagnosticate delle coliche renali.
“Il personale del PS ha riferito alla signora di aver fatto la scelta giusta visto che in caso di ricovero avrebbero pensato loro ad un eventuale trasferimento in un’altra struttura – aggiungono Sensoli e Sassi – Per questo stupisce il comportamento del personale sanitario che ha risposto telefonicamente alla donna consigliandole, o sarebbe meglio dire ordinandole, di andare a Reggio Emilia. Consiglio poi rinnovato anche dal vivo in ospedale al momento della visita. Noi crediamo che episodi come questo contribuiscano, nel tempo, a creare un clima sempre più ostile e di poca fiducia nei servizi territoriali quando invece gli sforzi del personale sanitario, delle ASL e di chi governa questa Regione dovrebbero andare nella direzione diametralmente opposta. Per questo – concludono Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi – chiediamo alla Giunta di fare chiarezza su questo caso”.