“L’ok alla mia richiesta di far nascere una Commissione di studio e di ricerca che, partendo dal caso Castelfrigo, analizzi l’intero sistema delle cooperative spurie, è soprattutto una difesa dell’etica del lavoro in Emilia-Romagna ed è un risultato storico di cui il MoVimento 5 Stelle va particolarmente orgoglioso. Per la prima volta nella storia della nostra Regione si potrà affrontare con cognizione di causa quel fenomeno ormai radicato e spesso sottovalutato che, soprattutto negli ultimi anni, grazie alla distrazione dei molti soggetti che avrebbero dovuto mettere un argine e trovare soluzioni, ha proliferato azzerando i diritti dei lavoratori e al tempo stesso ha fatto perdere credibilità al sistema della cooperazione stesso e ha tolto valore all’immagine dei nostri prodotti e al rispetto dei diritti del lavoro”. È questo il commento di Giulia Gibertoni dopo che nella tarda serata di ieri l’Assemblea Legislativa ha approvato la sua richiesta di istituzione di una Commissione di studio e ricerca sulle cooperative spurie, risultato a cui si è giunti dopo una lunga discussione anche in assemblee precedenti e alla presentazione di atti e proposte per evidenziare la speciale gravità di una situazione oggi sotto gli occhi di tutti, costituita dalla presenza in alcuni settori chiave del sistema produttivo emiliano-romagnolo di imprese, molto spesso di natura cooperativistica, che eludono le più elementari regole di tutela del lavoro ed esercitano una concorrenza impropria nei confronti delle aziende sane e che si muovono nel rispetto della legge, dei contratti e dei principi alla base del l’esercizio dell’attività imprenditoriale.
“Per noi la creazione di questa Commissione era una priorità assoluta, soprattutto alla luce di quel che sta succedendo sulla vicenda Castelfrigo e l’immobilismo di certa politica che per troppo tempo ha fatto finta di non vedere, politica che su questa vicenda mi sembra che abbia delle responsabilità a cominciare dal decreto legislativo del 2016 che ha trasformato in semplici illeciti amministrativi i reati in materia di lavoro e previdenza obbligatoria, prevedendo una semplice multa o ammenda. Questo colpo di spugna, come il caso Castelfrigo dimostra, ha spinto moltissime realtà (comprese le cooperative o presunte tali) a creare un sistema all’interno del quale gli unici a pagarne le conseguenze sono i lavoratori, con situazioni di sfruttamento che rasentano il caporalato – aggiunge Giulia Gibertoni – Adesso finalmente si potrà colmare questo vuoto inquadrando con attenzione il fenomeno delle cooperative spurie e sentendo tutti gli interlocutori coinvolti e valutando ogni azione da mettere a sistema per sradicare il fenomeno, quindi dare anche al nuovo Parlamento elementi di conoscenza incisivi e perfino proposte legislative e indicazioni su cui agire al più presto e che magari vadano oltre i provvedimenti spot che di certo in questi anni non sono riusciti ad evitare il radicamento di rapporti di lavoro ai limiti della legalità e la negazione dei più basilari diritti. Lo avevamo detto e lo ripetiamo: questa azione doveva partire dall’Emilia-Romagna, la terra delle cooperative e, per quanto tardivamente. così è stato. Per questo siamo particolarmente orgogliosi di aver raggiunto questo risultato e questa apertura di consapevolezza ora ufficiale ed esplicita e per noi di enorme importanza”.