Casa della Salute Navile, Piccinini (M5S): “Venturi e ASL vengano in Commissione a spiegare”

Un’informativa urgente dell’assessore Venturi e del direttore generale dell’ASL di Bologna Chiara Gibertoni sull’appalto della Casa della Salute del quartiere Navile. A richiederla è Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, che ha presentato questa mattina la richiesta di audizione all’interno della Commissione Salute dell’Assemblea Legislativa dopo che la trasmissione tv Report ha mandato in onda un’inchiesta giornalistica sui presunti favori ottenuti dal gruppo Pessina riguardo al salvataggio del quotidiano di riferimento del Partito Democratico, l’Unità, e che riguarderebbero anche l’appalto per la realizzazione della Casa della Salute del quartiere Navile. “

Vogliamo che sulla vicenda sia fatta la dovuta chiarezza – spiega Silvia Piccinini – Per questo abbiamo deciso di convocare sia l’assessore Venturi che il dg dell’ASL Chiara Gibertoni in Commissione. Crediamo che sia un atto dovuto alla luce di quanto emerso dall’inchiesta di Report”. L’inchiesta giornalistica, infatti, getta una pesante ombra sulle procedure che hanno portato, nel 2014, al salvataggio dell’Unità soprattutto quando si dice che il gruppo Pessina sarebbe stato premiato con l’assegnazione di futuri appalti in ambito sanitario. Tra questi c’è anche quello della nuova Casa della Salute del quartiere Navile, in via Fioravanti, realizzata proprio dal gruppo Pessina attraverso lo strumento del projetc financing con un appalto da 10 milioni di euro. Nei giorni scorsi la consigliera Piccinini aveva depositato una interrogazione alla Giunta per chiedere l’avvio di un’indagine amministrativa interna e verificare la correttezza delle procedure di quest’appalto, sollecitando anche l’AUSL di Bologna ad inviare tutta la documentazione disponibile alla Procura della Repubblica ed alla Procura della Corte dei Conti. “Se i particolari svelati da Report fossero confermati – conclude Silvia Piccinini – ci troveremmo davanti all’ennesimo scandalo a marchio PD e Renzi che non hanno avuto scrupolo di utilizzare risorse pubbliche per invogliare chi doveva salvare il loro giornale”.