Carta bianca a Farinetti, Cantone vigili sul progetto F.I.CO.

Il progetto F.I.CO doveva aprire a maggio 2015 in concomitanza con Expo.
Il progetto F.I.CO doveva aprire a maggio 2015 in concomitanza con Expo.

“Dopo l’assegnazione senza bando ad Eataly dei padiglioni gastronomici dell’Expo, il commissario anticorruzione Cantone forse dovrebbe interessarsi anche di quanto sta accadendo a Bologna con il progetto F.I.CO, dove, senza uno straccio di gara pubblica, si è deciso di smantellare un patrimonio enorme come quello rappresentato dal CAAB per far nascere la gallina delle uova d’oro di Oscar Farinetti”. È questa la richiesta del M5S dell’Emilia-Romagna che domani presenterà un’interrogazione a risposta immediata, a firma della capogruppo Giulia Gibertoni, riguardo alla realizzazione della Fabbrica Italiana Contadina (F.I.CO) negli spazi del Centro Agroalimentare di Bologna (CAAB). Realizzazione che, secondo l’interrogazione depositata dalla Gibertoni, presenta diverse analogie con quanto recentemente accaduto a Milano.

“Durante l’Expo, Eataly di Oscar Farinetti gestirà 2 padiglioni per la ristorazione da 8mila metri quadri senza aver vinto nessun bando pubblico – spiega Giulia Gibertoni – Particolare che ha fatto giustamente saltare sulla sedia il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha disposto subito degli approfondimenti su questo singolare affidamento. A Bologna, Comune e Regione hanno di fatto servito a Farinetti su un piatto d’argento il patrimonio del CAAB per far nascere FI.CO, anche in questo senza uno straccio di gara. A questo punto, crediamo che sia quantomeno opportuno informare Cantone di quello che sta accadendo a Bologna dove, nel silenzio più assordante, a nostro avviso si sta attuando un palese asservimento degli interessi pubblici a quelli privati”.

La capogruppo M5S nella sua interrogazione ripercorre le tappe che hanno portato alla genesi del progetto partendo proprio dal memorandum stilato da Ernst & Young in cui si sosteneva che “CAAB parteciperà al progetto attraverso la messa a disposizione dei propri asset immobiliari e della sua rete di relazioni istituzionali, in particolare con Comune e Regione, tra l’altro deputati all’approvazione edilizia ed urbanistica del progetto stesso”.

“In pratica – spiega la Gibertoni – i soci pubblici, oltre al patrimonio edilizio valutato in 55 milioni di euro, ci mettono la garanzia di condurre in porto l’intero progetto, dato che Comune e Regione sono gli stessi soggetti che dovranno dare tutte le approvazioni ed autorizzazioni. Ecco, quindi il fulcro dell’affare: i soci pubblici ci mettono soprattutto il potere dell’ente regolatore di cambiare le destinazioni d’uso delle aree e la garanzia di un percorso amministrativo senza intoppo alcuno. In questo scenario i rischi per Eataly sono praticamente nulli. Tanto più che la scelta di Farinetti come General Contractor dell’operazione è avvenuta senza nessuna procedura concorsuale o ad evidenza pubblica e senza che la società prescelta potesse vantare una esperienza pregressa in un’operazione di tale portata, quasi come si trattasse di un’investitura messianica”.

Particolare che di fatto per il M5S dell’Emilia-Romagna stabilisce un chiaro analogismo con quanto accaduto a Milano per l’assegnazione dei due padiglioni gastronomici di Expo e che sono finiti nel mirino di Cantone. “L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha chiesto sulla base di quali valutazioni sia stata determinata l’unicità tecnica della Eataly Distribuzione per Expo visto che non si è effettuata alcuna preventiva ricerca di mercato – continua la capogruppo M5S – A questo punto ci pare abbastanza chiara la sostanziale analogia tra il ruolo, dovuto ad un affidamento diretto senza possibilità di valutare altri soggetti, giocato da Eataly in Expo 2015 a Milano e quello giocato da Eataly nel progetto F.I.CO. a Bologna, con l’aggravante che in quest’ultimo caso ad Eataly è stato affidato, senza alcun preventivo confronto o procedura di ricerca con altri soggetti, ma perché le sue caratteristiche sarebbero stati tali da renderlo un partner ideale ed insostituibile. Per questo chiediamo alla Giunta se non ritenga opportuno segnalare questa vicenda all’Autorità Nazionale Anticorruzione, ripensando contemporaneamente alla radice l’intero progetto FICO per il quale, vale la pena ricordarlo, la Regione ha già contribuito ad acquistare 8 autobus da 18 metri che avrebbero dovuto entrare in funzione con l’apertura di F.I.CO. prevista per il mese prossimo, ma che invece resteranno fermi almeno fino a metà 2016 quando la Disneyland del cibo dovrebbe aprire i battenti”.