Ottantasette euro in più rispetto allo scorso anno per percorrere lo stesso tragitto di 12 mesi fa: è la cifra che i genitori di un ragazzo disabile residente a Crevalcore hanno dovuto sborsare per l’acquisto di un abbonamento annuale a un bus SETA e permettere così al proprio figlio di frequentare un istituto di Finale Emilia partendo da Stuffione di Ravarino. Il caso è al centro di una interrogazione alla Giunta presentata dalla consigliera regionale del M5S Silvia Piccinini che denuncia, ancora una volta, la lievitazione dei costi e le incredibili disparità da zona a zona che riguardano gli abbonamenti per il trasporto pubblico dopo che la Regione, nel novembre del 2015, ha cambiato le regole su sconti e agevolazioni per la cosiddette categorie svantaggiate, soprattutto persone anziane e disabili.
“Da quando si è deciso di lasciare ai Comuni la libertà di prevedere o meno ulteriori sconti sul costo degli abbonamenti si è creata una disparità enorme tra zone che, pur ricadendo in Comuni o Province differenti, hanno da sempre una certa continuità territoriale e che riguarda soprattutto il pendolarismo di studenti – spiega Silvia Piccinini – Un chiaro esempio di questa situazione è quel che accade tra le province di Modena e Bologna, in particolare tra Crevalcore, Stuffione e Finale Emilia. Qui un ragazzo disabile che fino allo scorso anno pagava 60 euro per andare a scuola in bus, oggi è obbligato a sborsare 147 euro per acquistare un abbonamento annuale, con un aumento del 150%. Un’assurdità visto che dovrà usufruire dello stesso servizio nel medesimo tragitto rispetto allo scorso anno”. Il motivo del rincaro, secondo la consigliera regionale del M5S, è da attribuirsi al fatto che non esiste più la tariffa super agevolata regionale per le categorie svantaggiate visto che ora è tutto demandato ai Comuni. In più nel caso di province confinanti capita che, anche se un Comune intervenisse con “sconti ulteriori”, lo farebbe per la società di gestione del proprio territorio e non per quelle vicine. “Nel caso specifico il problema è fra le province di Modena e Bologna con due società diverse che gestiscono il trasporto pubblico, ovvero TPER e SETA. Alla faccia del tanto decantato sistema di trasporti unico regionale – conclude Silvia Piccinini – Ecco perché chiediamo alla Giunta di provvedere al più presto a risolvere questa enorme disparità di trattamento che obbliga famiglie, già in forte difficoltà, a sobbarcarsi ulteriori spese. La Regione deve mettere nero su bianco alcune linee guida per la definizione delle ulteriori agevolazioni tariffarie per assicurare continuità a quanto fatto fino a poco tempo fa”.