“Il patto di ferro tra PD e Lega in Regione, oltre a concedere l’ennesimo regalo ai cacciatori, rischia di creare danni molto gravi alla nostra fauna. Non voler posticipare la data di apertura della stagione venatoria, come richiesto e suggerito anche da Ispra, è una decisione che non condividiamo soprattutto se si guardano i dati sulla disponibilità idrica in regione”.
È questo il commento di Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alla decisione da parte della Giunta di non prevedere nessun rinvio per l’inizio della stagione di caccia in Emilia-Romagna, la cui apertura ufficiale resta quindi confermata per domenica prossima, 17 settembre.
“Affidarsi come ha fatto ieri in Commissione l’assessore Simona Caselli ad un rapporto di Arpae, secondo noi del tutto parziale, come valida giustificazione per rispettare l’inizio del calendario venatorio è quantomeno azzardato – spiega Silvia Piccinini – Noi avevamo presentato una risoluzione proprio per chiedere di posticipare l’apertura della caccia anche sulla base di dati oggettivi anche sulla disponibilità idrica e le anomalie dell’indice di vegetazione, non citati dall’assessore, che sottolineano lo stress a cui è sottoposto da più di un mese l’ecosistema, la criticità nel processo riproduttivo, la difficoltà della fauna nel compensare il basso contenuto di acqua presente nella vegetazione, con un impatto ancora più negativo sugli ecosistemi acquatici visto che la poca acqua che c’è viene sfruttata per gli usi civili o agricoli. Senza contare che appena qualche mese fa fu proprio la Regione a dichiarare lo stato di emergenza per crisi idrica. Situazione che secondo Arpae e secondo quindi l’assessore Caselli pare essere significativamente migliorata con l’arrivo di qualche pioggia. La verità – conclude Silvia Piccinini – è che ancora una volta l’alleanza tra PD e Lega ha fatto l’ennesimo regalo ai cacciatori infischiandosene delle conseguenze sull’ambiente che questa decisione provocherà. L’apertura della stagione di caccia andava rimandata, non c’era altra soluzione”.