Un “buco” di oltre 100 milioni di euro mai ripianato, che getta un’ombra sulla regolarità dei bilanci dell’Azienda ospedaliera di Ferrara per la costruzione dell’ospedale di Cona e che potrebbe aver avuto un peso rilevante anche nel fallimento di CARIFE. È quanto ha scoperto la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Raffaella Sensoli che, dopo le numerose interrogazioni, accessi agli atti ed interpellanze presentate in questi ultimi anni sulla situazione del nuovo ospedale ferrarese, questa mattina in una conferenza stampa ha svelato i dettagli di una nuova indagine che riguarda Cona.
“Quello che abbiamo scoperto ha dell’incredibile e certifica, una volta per tutte, ciò che il MoVimento 5 Stelle dice ormai da anni, ovvero che sulla realizzazione dell’ospedale di Cona l’amministrazione sanitaria della nostra regione ha dato prova del peggio di sé – spiega Raffaella Sensoli – Secondo le carte in nostro possesso, e che porteremo presto in Procura per chiedere che vengano fatti i dovuti accertamenti, la realizzazione dell’ospedale si è basata su un vero e proprio sistema di finanza creativa. La costruzione dell’ospedale, infatti, è stata in gran parte finanziata con un debito e non con reali investimenti pubblici”. Il riferimento è al finanziamento che l’INAIL nel 2009 si era impegnata a versare nelle casse dell’Azienda ospedaliera per la realizzazione del nuovo nosocomio ferrarese (più di 65milioni di euro) in cambio dell’acquisto di una parte della struttura. Soldi che però non sono mai arrivati visto che nel 2012 l’INAIL decise di non procedere più all’acquisto dell’immobile in riferimento alla presunta incapacità antisismica della parte della struttura realizzata da CoopCostruttori di Argenta.
“Visto che questo finanziamento era stato messo nero su bianco con un contratto di rogito, l’Azienda ospedaliera avrebbe dovuto opporsi a questa decisione – spiega Raffaella Sensoli – E invece nulla di tutto questo accadde, anzi. Nella totale assenza anche di una proposta dell’Azienda ospedaliera che autorizzasse la Regione a trovare altre strade per sopperire a questo mancato finanziamento, si andò avanti come se nulla fosse continuando a investire i soldi anticipati dalla Tesoreria, nel caso specifico individuata in CARIFE, per la realizzazione dell’ospedale. Il risultato è stato che un’anticipazione di cassa, cioè un debito autorizzato nella presunzione di un’entrata (ovvero quella promessa dall’INAIL), si è trasformata in un credito nei confronti della Regione senza però che quest’ultima autorizzazione nessuna procedura per cercare finanziamenti sostitutivi”.
Secondo la ricostruzione della capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle il buco creato da questo sistema supererebbe i 100 milioni di euro: 65 del mancato finanziamento INAIL più i 30 milioni mai arrivati dalla vendita di parte del vecchio ospedale di via Giovecca, a cui si devono aggiungere anche interessi e oneri vari richiesti da CARIFE per l’anticipazione dell’intera somma. “Quello che sarebbe interessante scoprire è quanto credito ancora oggi CARIFE avanzi dall’Azienda ospedaliera e quanto questa cifra abbia pesato sul fallimento della banca stessa e sulle conseguenze che hanno dovuto subire i tantissimi risparmiatori travolti dal crack dell’istituto di credito ferrarese”. Interrogativi che adesso il MoVimento 5 Stelle rivolge sia alla Regione, con la presentazione di una dettagliata interrogazione, ma che anche la magistratura dovrebbe cercare di capire. “Nei prossimi giorni presenteremo un esposto in modo da fornire agli inquirenti tutte le carte e i documenti di cui siamo venuti in possesso – conclude Raffaella Sensoli – Purtroppo Cona si dimostra ancora una volta il vero buco nero del nostro sistema sanitario, un ospedale sul quale la politica, le banche e le coop hanno costruito attorno un sistema di speculazione finanziaria sulla pelle dei cittadini”.