Colpito e affondato. Pochi giorni fa abbiamo smascherato la strumentalizzazione dei nuovi dati sul calo della disoccupazione in Emilia-Romagna fatta dal presidente Bonaccini che si era immediatamente precipitato a commentare le cifre, prendendosi ovviamente meriti che non ha. A lui, come a tutto il PD, abbiamo ricorda che il calo del numero dei disoccupati è sicuramente un fatto positivo ma deve fare i conti il boom dei voucher. Apriti cielo. Bonaccini, colto in castagna, non ha saputo fare altro che spolverare il solito ritornello del “sapete solo criticare’ e “dal Movimento non arriva mai una proposta”. Niente di più falso, caro Bonaccini.
In questo primo anno e mezzo di legislatura sul tema dell’occupazione e del lavoro abbiamo presentato decine di interrogazioni, risoluzioni ed interpellanze, emendamenti e progetti di legge (primo tra tutti quella del reddito di cittadinanza). Tutte idee che il PD, in molti casi senza nemmeno avere la decenza di leggerle, rimanda al mittente. Ne è un chiaro esempio il nostro ordine del giorno sui voucher che lo scorso 25 maggio la maggioranza ha bocciato nonostante prevedesse più o meno quello che poi ha fatto il Governo. Un chiaro esempio di coerenza politica, non c’è che dire.
Bonaccini poi non perde occasione per lodare il suo Patto per il lavoro. Dimentica però di dire che di fatto lui non ha inventato un bel niente visto che in Emilia-Romagna lo ha fatto Errani nel suo infinito interregno. I milioni e miliardi che la Regione mette a disposizione, infatti, sono quelli già presenti nel bilancio da tempo o derivanti da fondi comunitari che ci sono da quasi trent’anni. Se Bonaccini volesse e sapesse fare una cosa diversa dai suoi predecessori (oltre a fare votare in Emilia-Romagna sempre meno persone da quando si è candidato essendo eletto da un elettore su quattro) potrebbe, per esempio, cominciare a dire quali sono gli esiti occupazionali dei corsi di formazione, quali dei tirocini, quali le differenze in termini di occupazione dei tirocini di Garanzia Giovani e di quelli di prima. Potrebbe dire che fine faranno le migliaia di soci di cooperative (operai ed impiegati: forse il PD si è dimenticato, ma esistono ancora) che hanno perso il lavoro a causa di fallimenti di coop travolte dalle inchieste. Potrebbe approvare il reddito di cittadinanza, potrebbe dire alla Presidente della II Commissione assembleare, del suo stesso partito e della sua provincia, di rispondere alla nostra richiesta di andare in visita, come commissione, anche nelle aziende in crisi, non solo alla Ferrari di Marchionne. Poi, se ne avesse ancora bisogno, siamo sempre disponibili a fornirgli un altro elenco di nostre proposte, a cominciare dalla chiusura della (inutile) Agenzia regionale del lavoro, fino alla riforma dei servizi per il lavoro e alla ridefinizione della commissione di concertazione con le parti sociali.
Gianluca Sassi, capogruppo regionale M5S Regione Emilia-Romagna