Chiarezza sul taglio del costo del lavoro annunciato dai vertici di BolognaFiere ai sindacati. È quanto chiede Silvia Piccinini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato una interrogazione riguardo al nuovo piano industriale dell’expo bolognese fino al 2019. “I dati sul costo del lavoro ci preoccupano non poco – sottolinea Silvia Piccinini – anche perché ci sembrano davvero poco chiari. Non si capisce, infatti, su chi, come e quanto andranno ad incidere sui lavoratori, se il prospettato dimezzamento riguardi anche i manager oppure no. Una nebbia talmente fitta che la Regione dovrebbe cercare di dirimere al più presto possibile”.
Secondo la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle il quadro che ne esce dalla presentazione del nuovo piano da parte di BolognaFiere è totalmente contraddittorio, e va esattamente nella direzione opposta a quanto sancito negli accordi successivi al ritiro della mobilità per 123 persone nei mesi scorsi. “Il quadro che ne esce da queste notizie è quello di una Fiera che non si sa se crescerà, ma che in ogni caso penalizzerà i suoi dipendenti – sottolinea Silvia Piccinini – Il contrario di quello che ci si dovrebbe aspettare da uno dei motori della crescita, per di più a partecipazione pubblica, e per la quale la Regione solo due mesi fa ha deciso di aumentare di altri 5 milioni di euro la propria quota societaria. Non vorremmo che dietro tutta questa operazione ci fosse l’ennesimo caso di sviluppo o, semplicemente, business senza lavoro che caratterizza gli ultimi anni del modello emiliano-romagnolo di produzione”. Per questo nella sua interrogazione Silvia Piccinini chiede alla Regione di fare chiarezza anche sul presunto utilizzo improprio di voucher da parte di BolognaFiere denunciato in questi giorni dalla Cgil.