“Con il permesso di “Torre del Moro” solo quelli dati dal Ministero alla Po Valley sul nostro territorio salgono a più di 1200 chilometri quadrati, più della metà dell’intera provincia di Forlì-Cesena. Un dato che la dice lunga su quanto sia imponente ed estesa la ricerca di idrocarburi in Emilia-Romagna. La nostra regione è quella che ha vigenti più permessi di ricerca (31) di tutta Italia, il doppio della regione Lombardia (14) che si piazza al secondo posto. In totale in Emilia-Romagna la superficie interessata da attività nel sottosuolo (ricerca, coltivazione e stoccaggio) è di circa 8.100 km quadrati, oltre il 36% dell’intero territorio regionale. Per questo, come avevamo chiesto durante l’approvazione del Piano energetico regionale, chiediamo la moratoria immediata di queste attività. Basta trivelle”.
È questa la richiesta di Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta sul permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, denominato “Torre del Moro”, concesso alla società australiana “Po Valley Operations Pty Ltd.” in un’area di 111 chilometri quadrati, compresa nei territori comunali di Forlì, Cesena, Forlimpopoli, Bertinoro e Meldola.
“L’impatto che queste ulteriori trivelle avranno sul nostro territorio sarà devastante, soprattutto per quel che riguarda l’aggravarsi del fenomeno della subsidenza – spiega Andrea Bertani – L’estensione del permesso di ricerca Torre del Moro è pari a 111 chilometri quadrati, cioè poco meno del 5% dell’interno territorio provinciale, a fronte di un irrisorio canone annuo di appena 572 euro. Briciole, come anche le possibili successive royalties, rispetto ai possibili rischi che le attività di ricerca e di estrazione comportano in aree densamente popolate e a vocazione agricola e turistica, veri tesori del territorio, altro che oro nero. Questo modello energetico, prima difeso con le unghie e con i denti da Bonaccini durante la campagna referendaria sulle trivellazioni dello scorso anno, è per di più incompatibile con quanto previsto dal Piano energetico regionale approvato solo qualche settimana fa che prevede il progressivo e definitivo abbandono delle fonti fossili. Un impegno che per questa Giunta evidentemente sono solo parole, visto il continuo dare intese alle richieste del MISE. In quell’occasione avevamo chiesto di tradurre in atti quei bei propositi, proponendo un ordine del giorno per sancire una moratoria per queste concessioni ma Giunta e PD si sono opposti. A questo punto – conclude Andrea Bertani – chiediamo che la Regione revochi almeno quest’ultima concessione e in subordine che la Regione faccia da motore ai Comuni perché si attivino per chiedere a Po Valley le fidejussioni e le garanzie previste a tutela di futuri e tutt’altro che impossibili danni ambientali”.