Assistenza incompleta e differente da territorio a territorio. Sono queste alcune delle difficoltà denunciate dalle famiglie che hanno al loro interno persone con disturbi dello spettro autistico e raccolte da Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, all’interno di una interrogazione presentata alla Giunta per chiedere un cambio di passo riguardo all’assistenza riservata a queste persone da parte della Regione Emilia-Romagna. “Le tante famiglie che hanno a carico un familiare affetto da autismo lamentano, in modo diffuso su tutto il territorio regionale, la mancanza di una vera politica di promozione dell’inserimento e l’integrazione degli affetti da autismo nella vita sociale mediante il raccordo dell’assistenza sanitaria con le istituzioni scolastiche e mediante interventi sulla rete sociale, formali e informali – spiega Raffaella Sensoli – Lamentano inoltre una scarsa attenzione delle AUSL con interventi di formazione e orientamento e coinvolgimento attivo del percorso terapeutico che spesso manca. In molte zone della regione, inoltre, non esistono né servizi di doposcuola, né centri diurni per minori che soffrono di autismo, e non esistono neppure attività fisiche o sportive a loro dedicate. Senza contare che anche l’erogazione dell’assegno di cura avviene a singhiozzo e con modalità spesso differenti da zona a zona. Diseguaglianze che, a nostro avviso, sulle quale la Regione debba al più presto porre rimedio”.
Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S cita un fondo da 5 milioni di euro predisposto dal Ministero della Salute proprio per finanziare gli interventi sull’autismo oltre all’esigenza che i nuovi LEA (i livelli essenziali di assistenza) contengano un’apposita sezione dedicata proprio agli interventi sullo spettro autistico. “Crediamo che la Regione debba adoperarsi per dare delle risposte univoche a queste persone che ogni giorno devono barcamenarsi tra mille difficoltà e un livello di assistenza che non è sempre univoco ed efficace – conclude Raffaella Sensoli – Per questo chiediamo quante risorse sono state ricevute dallo Stato nel 2016 e quali sono stati gli interventi che sono stati finanziati. Serve un cambio di passo per dare un’effettiva ed efficace assistenza a queste persone e alle loro famiglie”.