“Negli ultimi anni l’Ausl di Imola ha dato prova di una buona tenuta qualitativa e quantitativa, anche sotto l’aspetto economico con il raggiungimento, di certo non facile dell’equilibrio di bilancio. Per questo crediamo che ci siano tutte le condizioni per continuare a erogare servizi di qualità in autonomia e senza ricorrere ad accorpamenti o fusioni, che finirebbero per depotenziare i servizi alla collettività locale e aumentare la migrazione sanitaria altre strutture”.
Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale riguardo all’accordo siglato dall’Azienda Usl di Imola, l’Azienda Usl di Bologna e il Policlinico Sant’Orsola per lo sviluppo integrato delle attività di Chirurgia Generale e della Chirurgia Senologica. Accordo che di fatto va sempre più verso un accorpamento dei servizi ospedalieri e sanitari tra le realtà di Imola e Bologna.
“Il MoVimento 5 Stelle non è contrario alle fusioni e agli accorpamenti in ambito sanitario, soprattutto quando sono pensate per generare dei vantaggi per i cittadini ma bisogna essere prudenti visto che molto spesso questi processi sfociano in soluzioni che di fatto cancellano le vocazioni sanitarie costruite sui territori – spiega Silvia Piccinini – Oggi l’AUSL di Imola in autonomia, con le opportune interazioni con le altre AUSL del territorio regionale e ben supportata dalle istituzioni, a nostro avviso è nelle condizioni di poter operare una efficace azione di rilancio dei servizi sanitari e delle sue strutture”.
Ecco perché nella sua interrogazione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di invertire il trend tracciato fino a questo momento, evitando che si ripeta un altro caso dell’AUSL unica della Romagna. “Quello che chiediamo è a Imola vengano rilanciati i servizi sanitari alla cittadinanza, rafforzando il livello occupazionale e dando il giusto ritorno economico e di riconoscenza al personale sanitario e tecnico che, quotidianamente e con costanza, si impegna per garantire ai cittadini servizi sanitari di buona qualità” conclude Silvia Piccinini – Accorpamenti o fusioni calati dall’alto, così come fatto con l’AUSL Romagna in questi ultimi anni, producono più danni che benefici a tutto il sistema sanitario locale e non solo”.