“È da più di un anno che denunciamo, sia in Regione che nei Consigli comunali, che non si può andare avanti così. Atersir deve essere il garante dei Comuni non il passacarte dei gestori. Gli aumenti annunciati sono inaccettabili. Se il consiglio locale da parere negativo, con quali elementi il Consiglio d’Ambito può agire d’imperio commissariando di fatto i consigli comunali?”. È questo il commento di Andrea Bertani, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, in merito all’aumento delle tariffe sulla TARI in Romagna avallato da ATERSIR nonostante l’opposizione dei Comuni interessati.
“Questa situazione conferma quanto sosteniamo da tempo, ovvero che sui Piani economici e finanziari che contribuiscono a fissare le tariffe dei singoli Comuni sulla TARI non ci sia la dovuta trasparenza – spiega Andrea Bertani – Un Comune chiamato a deliberare la tariffa ha il dovere e il diritto di avere in mano tutti i dati che governano quella tariffa. Altrimenti, c’è un ente che dovrebbe essere il consulente del Comune, ma che impone un calcolo fatto da qualche altra parte. Non è possibile che i Consigli comunali siano messi nelle condizioni di deliberare in pratica sulla fiducia, senza avere le informazioni adeguate”. Ai Consigli comunali che sono chiamati a deliberare la TARI in questi giorni non vengono neppure dati i pesi della raccolta dell’anno scorso, i costi associati a quella raccolta, i costi sostenuti effettivamente per lo spazzamento, come sono calcolati gli ammortamenti. Ai consiglieri comunali invece viene passata una sintetica tabella riassuntiva senza nessun elemento per valutare e senza che la delibera di ATERSIR sia ancora pubblicata.
“Ricordo però che una recente sentenza del TAR del Lazio ha annullato la delibera della TARI di un Comune visto che ‘nella tabella non v’è traccia di alcuno dei contenuti che l’articolo 8 citato [del dpr 158/99] richiede per il piano e la relazione’ infatti ‘la legge prescrive che il Consiglio comunale approvi un piano con allegata relazione che deve obbligatoriamente avere i contenuti minimi indicati nell’articolo 8; questi contenuti devono costituire l’immediato oggetto delle delibera (in modo che su questi contenuti possa svolgersi il dibattito consiliare), sicché l’approvazione di una tabella riassuntiva dei costi fissi e variabili del servizio non può essere considerata equipollente all’approvazione di un piano (che di fatto non risulta essere stato sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale)’.” Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle già lo scorso anno si era interessato alla vicenda chiedendo, senza però ricevere risposta, trasparenza sui meccanismi che regolano l’individuazione delle tariffe.
“Gli aumenti senza pezze di appoggio sono una beffa per quei Comuni che stanno lavorando bene sul fronte della crescita della raccolta differenziata e che invece si troveranno a far pagare ai propri cittadini costi maggiorati: inconcepibile. Così come è assurdo – conclude Andrea Bertani – che ormai ATERSIR sia diventato passacarte dei gestori, accogliendo senza batter ciglio le sue richieste nonostante la contrarietà della stragrande maggioranza dei sindaci”.