“La Regione, oltre a non aver mai applicato le norme sull’anticorruzione per i propri dirigenti, continua a rimandare l’entrata in vigore delle regole che prevedono una loro rotazione puntuale”. È questa la denuncia di Andrea Bertani e Silvia Piccinini, consiglieri regionali del M5S, che hanno presentato una interrogazione per chiedere alla Giunta le motivazioni dell’ennesimo rinvio al 1 luglio del 2016 dell’entrata in vigore delle regole che obbligano l’amministrazione regionale ad effettuare obbligatoriamente, entro un certo numero di anni, la rotazione dei dirigenti posti ai vertici della struttura regionale.
“L’Emilia-Romagna di fatto non ha mai applicato una legge del 2001 che stabiliva che tutti gli incarichi dirigenziali dovessero essere conferiti nel rispetto del criterio della rotazione – spiegano i due consiglieri regionali del M5S – Con due successive delibere del 2014 si era individuato un limite temporale per l’affidamento di incarichi dirigenziali di al massimo 9 anni, comprensivi di eventuali rinnovi. Un limite però che, come ha anche confermato l’analisi fatta dal libro bianco redatto dal professor Vassallo, non è stato mai rispettato visto che i dirigenti regionali restano ancorati alle loro poltrone per decenni, esponendo così l’amministrazione a un rischio altissimo di corruzione. Un’anomalia che abbiamo cercato di denunciare fin dal nostro insediamento ma che al momento è rimasto inascoltato”. Particolarità che secondo l’interrogazione del M5S adesso si aggrava ancor di più perché la Giunta ha di fatto spostato ulteriormente il limite dell’entrata in vigore del piano anticorruzione al 1 luglio 2016.
“Una decisione quantomeno singolare sia perché arriva all’interno di una direttiva per l’assunzione di 14 dirigenti con contratti a tempo determinato e sia perché viene motivata con l’arrivo di personale dalle Province a causa della legge di riordino istituzionale – concludono Andrea Bertani e Silvia Piccinini – Il nostro sospetto è quello che questo ennesimo rinvio sia una scusa per allontanare sempre di più nel tempo l’entrata in vigore di queste norme, facendo così perdurare la nostra amministrazione in un regime di illegalità diffusa”.