“Invece che rispolverare lo stucchevole gioco dello scaricabarile, l’assessore Priolo chieda al presidente Bonaccini di utilizzare per gli interventi contro il dissesto idrogeologico gli oltre 250 milioni di euro che l’Emilia-Romagna vuole spendere per realizzare l’inutile autostrada Cispadana. Non serviranno a coprire tutti gli interventi di cui necessita tutta la Regione ma di sicuro potrebbero finalmente risolvere i problemi del nodo idraulico di Modena”.
È quanto dichiara Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, in merito all’informativa dell’assessore all’Ambiente Irene Priolo sull’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi Nonantola e che si è svolta questa mattina in Assemblea Legislativa. “Oltre a sottolineare esclusivamente l’inadeguatezza delle risorse messe a disposizione dallo Stato, l’assessore Priolo nei suoi 27 minuti di discorso non ha chiarito nessuno degli interrogativi che da giorni i cittadini di Nonantola si stanno ponendo, soprattutto per quel che riguarda il mancato collaudo delle casse di espansione e la completa chiusura delle paratoie così come fatto per l’alluvione del Secchia nel 2014 – spiega Silvia Piccinini – Particolari questi che magari avrebbero potuto limitare, e non di poco, i danni con cui oggi la Regione è costretta a fare i conti. E stupisce che la Priolo non abbia speso una parola per chiarire questi aspetti limitandosi a chiedere l’istituzione di un’indagine ad AIPO sulle cause del cedimento dell’argine del Panaro quando lei stessa ne è la presidente. Non una parola, inoltre, sulla totale mancanza di una reale prevenzione che questa Regione non ha mai voluto attuare, portando avanti politiche che vanno nel verso diametralmente opposto, come per esempio una cementificazione sfrenata che la legge regionale 24 del 2017 doveva contenere e che invece continua a consentire. Secondo gli ultimi dati del rapporto ISPRA l’Emilia-Romagna è tra le regioni che ha fatto registrare uno degli incrementi di consumo di suolo netto in ettari più alto nell’ultimo anno, ben 404. Non va meglio per quanto riguarda la percentuale di suolo consumato nelle aree a pericolosità idraulica: a livello nazionale nell’ultimo anno 621 ettari sono stati artificializzati in aree a pericolosità media, di cui 325 solo in Emilia-Romagna. Una crescita esponenziale di cemento contro la quale la tanto sbandierata nuova legge urbanistica regionale del 2017 non solo si è dimostrata inefficace ma che, come il MoVimento 5 Stelle ha sempre ribadito, ha addirittura favorito. Ecco perché – conclude Silvia Piccinini – invece che giocare allo scaricabarile, l’assessore Priolo e la Regione si assumano le proprie responsabilità e invertano adesso questa tendenza a cominciare dalla rinuncia immediata alla realizzazione della Cispadana e al conseguente dirottamento della montagna di soldi che si vogliono investire in interventi contro il dissesto idrogeologico della provincia di Modena”.