“In soli tre anni AiRiminum ha abbattuto di un terzo addirittura il numero di passeggeri dell’aeroporto Fellini durante la gestione ‘provvisoria’ del 2014. Siamo passati dagli oltre 850mila, previsti per il 2017 nel piano con cui ottenne la gestione dell’aeroporto, ai 350mila realmente arrivati l’anno scorso a Rimini. Si tratta di un flop, per noi ampiamente prevedibile, e che necessita di un intervento immediato per far tornare il Fellini a una gestione realmente efficace ed efficiente”.
Raffaella Sensoli e Giulia Sarti, rispettivamente consigliera regionale e portavoce alla Camera del MoVimento 5 Stelle, intervengono sul nulla osta dato dal Ministero dell’Economia e Finanze alla definitiva concessione trentennale dello scalo riminese ad Airiminum. “Crediamo che sia necessario intervenire rapidamente – spiega Raffaella Sensoli – e chiederemo al prossimo Parlamento ed al prossimo governo di farlo per chiedere conto delle gravissime differenze fra realtà della gestione e promesse del progetto per vincere un bando. Chiederemo di rimuovere gli ostacoli a che l’aeroporto di Rimini possa tornare ad essere lo scalo aeroportuale della Romagna e della riviera. E fra gli ostacoli sembra esserci anche AiRiminum. Che però potrebbe riconvertirsi e dedicarsi alla campagna elettorale del PD. Perché lì apprezzano le forti differenze fra le promesse e la realtà”.
“Quando AiRiminum si è presentata al bando di gara del 2014, costituendosi come società 4 giorni prima della scadenza del bando, i numeri parlavano di oltre 853mila passeggeri previsti nel 2017. Per quell’ambizioso e ‘platonico’ piano – aggiunge Giulia Sarti – si aggiudicarono la gara con il massimo del punteggio. La realtà ci dice che dopo 3 anni quelle promesse fatte nel piano di offerta sono state completamente disattese. In una situazione normale questo si chiamerebbe fallimento. Ma in una situazione ‘all’italiana’ questo si traduce in uno sblocco del nulla osta che mancava per la concessione trentennale definitiva. Tutto ciò naturalmente a camere sciolte, con forti incertezze sul futuro assetto politico del ministero dell’Economia e Finanze e quello delle Infrastrutture, trasporti e telecomunicazioni. Intanto, si sono portati avanti. Non si sa mai che qualcuno voglia o possa fare controlli più approfonditi. Magari oltre al 12% di AiRiminum che deteneva Buglisi, l’imprenditore messinese che magicamente compariva nei pizzini del boss di Cosa Nostra Lo Piccolo, si potrebbero anche scoprire i motivi che riescono a mantenere in piedi uno scalo con cosi pochi passeggeri, meno di quelli che riusciva a garantire la gestione provvisoria di Santini”.