Tagliare i costi delle mense scolastiche della regione promuovendo anche forme di autogestione da parte dei genitori e rapporti diretti con produttori locali e soggetti della distribuzione alimentare. È questa la proposta di Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani, consiglieri regionali del M5S, contenuta in una risoluzione che sarà discussa nelle prossime sedute dell’Assemblea Legislativa e che prende spunto dalla recente classifica diffusa da Cittadinanzattiva e che vede le mense scolastiche dell’Emilia-Romagna tra le più care d’Italia.
“La Regione ha il dovere di intervenire per cercare di abbattere il costo del pranzo che quotidianamente viene servito a migliaia di bambini – spiegano Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani – Le pesanti riduzioni di trasferimenti ai Comuni da parte dello Stato hanno contribuito negli anni a rendere più difficoltoso l’intervento delle amministrazioni locali nel cercare di limitare i costi del pasto. Per questo crediamo che la Regione possa intervenire in questo senso anche per cercare di sostenere il valore della refezione scolastica come strumento di equità sociale”. Per questo nella risoluzione presentata dal M5S si chiede alla Giunta di prendere in esame diversi accorgimenti per cercare di abbassare il livello dei prezzi delle mense, a cominciare dal sostegno ad iniziative di autogestione da parte dei genitori con la diffusione delle cucine nelle scuole, la valorizzazione dei prodotti locali, l’adozione di accordi con produttori e soggetti della distribuzione alimentare operanti nel territorio regionale, un’articolazione delle fasce di contribuzione attenta anche ai redditi medi delle famiglie. “L’obiettivo finale deve essere quello di rendere accessibile il costo di pasti scolastici e al tempo stesso garantire il rispetto sia dei protocolli igienico-sanitari che dei fabbisogni nutrizionali dei bambini – concludono Raffaella Sensoli ed Andrea Bertani – Un intervento che potrebbe avere un peso rilevante anche rispetto agli orientamenti delle stesse famiglie che negli ultimi mesi stanno portando avanti il tema del diritto al pasto portato da casa”.