“Maggiori garanzie per il personale del Rizzoli assunto in Sicilia”. È questa la richiesta di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, contenuta in una interrogazione presentata sul caso del centro ortopedico “Villa Santa Teresa” di Bagheria gestito dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. “La scelta di attivare nel 2011 un centro ortopedico in Sicilia nell’intento dei sottoscrittori doveva rispondere non solo all’esigenza di ridurre gli onerosi spostamenti dei pazienti e dei loro familiari verso Bologna, ma anche quello di restituire alla legalità una struttura requisita alla mafia oltre che favorire l’occupazione a livello locale – spiega Silvia Piccinini – Con l’avvio delle attività ambulatoriali molto personale del Rizzoli, tra cui medici ed infermieri, fu trasferito da Bologna in Sicilia con l’accordo che se un giorno l’istituto bolognese avesse dovuto dismettere il suo impegno tutto il personale sarebbe rientrato nell’organico interno della struttura. Ipotesi quest’ultima sempre più concreta visto che, dai dati di bilancio del 2016, sembrano emergere diverse criticità che potrebbero portare a breve una ridefinizione dell’assetto della struttura”.
Nell’incontro avvenuto fra i sindacati la Direzione Generale dello Rizzoli lo scorso 13 settembre infatti, sarebbe stato evidenziato un rischio occupazionale per circa 60 posti di lavoro, 30 dei quali professionisti a tempo indeterminato già nell’ organico del Rizzoli di Bologna. E per questo la consigliera regionale del M5S chiede alla Regione di fare chiarezza sulla vicenda. “Crediamo che la Giunta, soprattutto in sede di Conferenza Stato-Regioni, debba cercare di dare delle certezze sul futuro di questi lavoratori – aggiunge Silvia Piccinini – In più crediamo che si debba anche chiedere delle spiegazioni alla Regione Sicilia riguardo all’autorizzazione di attività intramoenia all’interno della struttura che, essendo stata confiscata alla mafia, non potrebbe ospitare attività con fini di lucro al suo interno”.