“Quella sulle case popolari è una rivoluzione mancata, incapace nel suo complesso di andare incontro alle fasce più deboli e restando, al contrario, troppo favorevole a chi non ne avrebbe realmente bisogno”. È questo il commento di Giulia Gibertoni e Raffaella Sensoli, rispettivamente capogruppo M5S e vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali in Regione, sulla riforma che riguarda l’accesso agli alloggi di edilizia pubblica.
“Anche se l’idea di estendere a tre anni il tempo minimo di residenza per avere diritto all’alloggio ci ha trovato d’accordo, visto che tra l’altro nasce da una proposta delle opposizioni – spiegano Gibertoni e Sensoli – sulla riforma delle case popolari nel suo complesso la Giunta poteva e doveva fare di più. Per esempio fissando da subito dei paletti più stringenti sul diritto al mantenimento all’alloggio, così come avevamo chiesto già a gennaio prima con una risoluzione e poi con una serie di emendamenti. E invece si dovrà aspettare ancora per poter rivedere questi criteri con l’introduzione del nuovo ISEE che, al momento, resta un’incognita”.
“Se da un lato come M5S siamo soddisfatti di aver spinto la Giunta, grazie alle nostre proposte, a rendersi conto delle incongruenze che erano presenti nell’assegnazione degli alloggi – concludono Gibertoni e Sensoli – dall’altro non possiamo notare come la riforma, sbandierata come rivoluzionaria, alla fine sia sostanzialmente di stampo conservatore”.