“La Regione si attivi per cercare di salvaguardare sia chi beneficia dei servizi dell’assistenza domiciliare sia i lavoratori che fino a questo momento hanno portato avanti queste attività. È ora di cambiare rotta e mettere fine a questa folle corsa all’esternalizzazione dei servizi socio/sanitari che, come dimostra il caso dell’Asl di Ferrara, ha prodotto buchi di bilancio e un impoverimento dell’offerta ai malati”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, in merito alla vicenda della “Coop Serena” a Ferrara che ha annunciato la volontà di voler sospendere l’attività di assistenza domiciliare ai malati, assegnatale con il sistema dell’accreditamento dall’Asl, a causa dell’anti economicità della gestione del servizio.
“Se il costo del servizio è realmente superiore a quanto viene previsto nel compenso per la cooperativa, occorre trovare soluzioni nel sistema tariffario e vanno fatte scelte sulle risorse, non si possono penalizzare né i fruitori del servizio né i lavoratori che sono i due anelli più deboli del sistema – spiega Raffaella Sensoli – Tenuto conto anche che le famiglie non godono di risorse adeguate per potersi servire sul libero mercato ed i lavoratori coinvolti nella vicenda godono di un contratto collettivo a basso livello retributivo, con stipendi medi che non superano i mille euro al mese. Ecco perché, a nostro avviso la Giunta dovrebbe attivarsi al più presto per cercare una soluzione definitiva del problema che, partendo dal caso ferrarese, riguardi anche tutto il sistema che sottintende alla gestione dell’assistenza domiciliare che negli anni è stata continuamente esternalizzata verso privati e cooperative con la scusa di un risparmio che alla fine non c’è mai stato”.
Secondo il Movimento 5 Stelle di Ferrara, infatti, nel bilancio del 2016 dell’ASP l’esternalizzazione di questo servizio non avrebbe prodotto nessun beneficio ma una perdita di 300mila euro. “Dall’analisi del bilancio dell’ASP 2016 di Ferrara emerge che l’erogazione dei servizi interni è diminuita, con un aumento dell’esternalizzazione dei servizi, ma con una manovra in perdita per l’azienda che spende in più circa 300.000 euro – aggiunge Ilaria Morghen, capogruppo comunale del M5S – Una contraddizione sulla quale è necessario fare chiarezza”. “Visto che gli assessori della giunta Bonaccini non perdono occasione per sottolineare come sia necessario ripensare un nuovo modello di welfare – conclude Raffaella Sensoli – crediamo che il punto di partenza sia quello di interrompere al più presto il processo di esternalizzazione dilagante dei servizi che risulta essere agli antipodi di quel modello che ha fatto dell’Emilia-Romagna un punto di riferimento per altre realtà sia italiane che europee”.