“La Regione deve avere il coraggio di dire stop alle estrazioni di gas in Adriatico, sia per le nuove trivellazioni che per lo sfruttamento di quelle già esistenti. Solo così si può salvaguardare l’ecosistema del Delta del Po messo in pericolo dalla scellerata voglia di trivelle espressa nei giorni scorsi dal Governo e dal ministro Pichetto Fratin che ha annunciato per settembre un decreto per dare nuovo impulso alle estrazioni di gas in mare”. È quanto dichiara Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, dopo che questa mattina la giunta regionale ha risposto a un question time riguardo all’ipotesi di nuove estrazioni di gas in Adriatico presentato dalla stessa consigliera M5S.
“Pur ribadendo una posizione contraria a nuove trivellazioni in Adriatico e in particolare nell’area del Delta del Po, la Regione non ha voluto entrare nel merito rispetto all’ipotesi circolata nei giorni scorsi riguardo ad una ripresa consistente dell’estrazioni di gas proprio in quelle zone, limitandosi a dire che lo sfruttamento di queste concessioni necessiterebbero di un accordo con Emilia-Romagna e Veneto – spiega Silvia Piccinini – Una posizione che di certo non ci tranquillizza visto che a nostro avviso l’obiettivo principale della Regione dovrebbe essere quello di salvaguardare l’unicità ambientale e territoriale del Delta del Po e, al tempo stesso, non danneggiare le attività economiche di un territorio che ha basato il proprio modello di crescita su uno sviluppo sostenibile. Come ho ribadito in più di un’occasione, estrarre di più non serve a ridurre le bollette energetiche, l’Adriatico contiene poche quantità di gas rispetto al fabbisogno nazionale mentre sono enormi i danni provocati dalle emissioni climalteranti così come stiamo vedendo anche in questi giorni. Invece di limitarsi a prendere atto di un non coinvolgimento sui progetti di estrazioni nel Delta del Po, bisognerebbe avere il coraggio di alzare la voce ed opporsi a qualsiasi ipotesi riguardo anche un’accelerazione dello sfruttamento delle concessioni esistenti. L’Emilia-Romagna è terzultima, dopo la Liguria e il Lazio, per quanto riguarda i consumi di energia da fonti pulite. Se davvero si vuole invertire questo trend è necessario puntare convintamente sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, e non continuare a strizzare l’occhio a progetti vecchi e che mettono a repentaglio il clima e il nostro territorio” conclude Silvia Piccinini.