Mettere nero su bianco, anche in relazione al ruolo rivestito da in AIPO, la decisione, già annunciata dal Ministro Cingolani, di espungere l’intervento “Foce Nure” dai 37 facenti parte del Progetto di Rinaturazione dell’area Po, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un totale di 357 milioni di euro.
È la richiesta presentata oggi in Assemblea Legislativa dalla consigliera Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, con un question time in cui si chiedeva inoltre alla Regione quali azioni intendesse mettere in campo per evitare ogni possibile conflitto di interessi nella complessiva attuazione del progetto di rinaturazione.
L’8 novembre, infatti, la trasmissione televisiva “Quarta Repubblica” aveva evidenziato l’esistenza di un conflitto di interessi nell’ambito dell’intervento “Foce Nure”: il presidente dell’associazione nazionale dei cavatori ANEPLA, promotore del progetto insieme al WWF, risulterebbe proprietario dei terreni all’interno dei quali si prevedeva di deviare per tre km e mezzo il corso del Po, nonché degli impianti di estrazione a ridosso dell’area dell’intervento.
All’inchiesta erano seguite, nel giro di alcuni giorni, le dichiarazioni del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che il 15 novembre annunciava l’intenzione di eliminare “Foce Nure” dalla lista dei 37 interventi, o di procedere con normali espropri.
“Bene che sia la Regione che Aipo, in seguito ai necessari approfondimenti, oggi si siano espressi con chiarezza, scegliendo di non portare a compimento l’intervento per come è stato proposto e che tale posizione sia stata già formalizzata al Ministero – commenta Silvia Piccinini – l’intervento “Foce Nure” comprendeva le escavazioni più rilevanti dell’intero progetto, pari a 10 milioni di metri cubi di materiali, con un costo stimato di 30 milioni di euro di fondi pubblici.
È evidente come, per il Presidente di ANEPLA, sarebbe stato possibile trarre rilevanti benefici economici dall’attuazione del progetto, grazie sia al vantaggio competitivo derivante dalla vicinanza degli impianti che, di conseguenza, alla possibilità di commercializzare i materiali estratti. Un tale scenario avrebbe fortemente danneggiato l’interesse pubblico, l’immagine dell’intero progetto e delle istituzioni coinvolte.
Il progetto di rinaturazione del Po, con le sue specifiche azioni restanti, però è fondamentale e deve essere realizzato.
In questo senso – prosegue Silvia Piccinini – è positivo che oggi l’Assessore Priolo, anche in qualità di presidente di AIPO, abbia chiarito che tutti i restanti interventi compresi nel progetto saranno esaminati nelle sedi appropriate e sottoposti ad approfondimenti conoscitivi e attente valutazioni tecnico-procedurali che ne determineranno l’assoluta trasparenza e l’effettiva coerenza con gli obiettivi della specifica misura di investimento, nonché la sostenibilità in relazione ai tempi previsti dal PNRR.
Questo episodio circoscritto ci racconta però di quanto possa essere rischioso assegnare ruoli attivi a chi ha interessi privati diretti nella gestione dei progetti che beneficiano delle risorse del PNRR, e di come sia prioritario assicurare meccanismi di controllo preventivi rispetto all’utilizzo di questi fondi, per tutelare l’interesse pubblico, scongiurando definitivamente il rischio che le risorse previste siano destinate ad iniziative che favoriscano interessi di singoli soggetti privati a discapito dell’interesse comune e della collettività” – conclude Silvia Piccinini.