“Dopo la sentenza del TAR del Lazio dello scorso 4 marzo crediamo che sia doveroso da parte della Regione aggiornare i nostri medici di base sulla possibilità di prevedere protocolli diversi da quelli utilizzati fino a questo momento per curare a domicilio i pazienti con sintomi lievi da Covid. Quella della ‘vigile attesa’, con la prescrizione soltanto di paracetamolo e antinfiammatori, non deve essere per forza l’unica terapia possibile soprattutto per evitare che la malattia possa progredire e far insorgere ulteriori complicanze da gestire poi in ospedale”.
È quanto chiederà domani mattina Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, che presenterà un question time in aula in apertura della seduta dell’Assemblea Legislativa dopo che il TAR del Lazio ha accolto il ricorso dei medici del ‘Comitato Cura Domiciliare Covid-19’ contro il protocollo raccomandato dall’AIFA e dal Ministero della Salute che prevede, per la cura dei casi da Coronavirus lievi, il sistema della “vigile attesa”.
“Questa sentenza di fatto dà la possibilità di andare oltre quello che è il protocollo utilizzato fino ad oggi lasciando quindi a ogni singolo medico di prevedere un piano terapeutico secondo scienza e coscienza anche in base alla situazione clinica del paziente – spiega Silvia Piccinini – Il rischio per chi si trova a casa con sintomi Covid è che possano insorgere delle complicazioni che, se non tempestivamente trattate, potrebbero portare al ricovero in ospedale. E vista la pressione che stanno subendo le strutture sanitarie della nostra regione in questi giorni crediamo che sia necessario fare di tutto perché ciò non si verifichi. Ecco perché credo che la Regione debba informare i medici di base di questa nuova opportunità, dando loro la possibilità di decidere quali farmaci ritengano più adatti per il trattamento dei propri pazienti, sulla base delle valutazioni cliniche, senza dover tenere conto dei ‘paletti’ fissati dall’AIFA” conclude la capogruppo regionale M5S.