Stop agli oneri di urbanizzazione secondaria che i Comuni destinano a chiese o ad altre attività religiose. È questa la richiesta di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, contenuta in una interrogazione rivolta alla Giunta sul caso degli oneri di urbanizzazione secondaria, ovvero quei contributi pagati dai privati e dovuti ai Comuni in caso di modifiche dell’assetto urbanistico-edilizio per la partecipazione alle spese sostenute per l’urbanizzazione del territorio, in questo caso scuole e asili, centri civici, parchi urbani, impianti sportivi e parcheggi pubblici. Contributi di cui una legge del 1977 recepita con delibera regionale nel 1978 riservava una quota, pari al 7%, a chiese o attività religiose.
“Nei giorni scorsi il M5S di Fiorano Modenese aveva presentato una mozione in Consiglio comunale per eliminare questi sussidi pubblici sostenendo che, come riportava una delibera regionale del 1998, questa quota non fosse più un obbligo ma una scelta dei singoli Comuni, soprattutto per quel che riguarda la percentuale da destinare – spiega Silvia Piccinini – Peccato che sia l’amministrazione comunale che le altre forze in Consiglio non abbiano nemmeno voluto discutere di questa proposta, sollevando degli inesistenti pareri di irregolarità tecnica, abbandonando l’aula con un gesto di prepotenza facendo mancare il numero legale. A questo punto chiediamo alla Regione di intervenire per fare chiarezza su questa situazione”. Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S chiede alla Giunta di modificare una volta per tutte la delibera numero 849 del 1998 dando così delle indicazioni più chiare possibili agli amministratori locali.
“Vogliamo che su questo punto venga fatta chiarezza proprio per non concedere più nessun tipo di alibi a chi, tra gli amministratori della nostra regione, continua ad applicare un privilegio anacronistico e che di fatto viola il principio di laicità dello Stato – conclude Silvia Piccinini – Quello della destinazione del 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria alle chiese e gli altri servizi per attività religiose, non è un obbligo ma una possibilità. Non siamo davanti a una quota fissa, ma a una percentuale modificabile sulla base di scelte dei Comuni una opportunità che può essere applicata tenendo conto, però, delle diverse posizioni rispetto alle confessioni religiose presenti nei territori”. Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S chiede anche alla Giunta quale sia il quadro della reale destinazione, nei Comuni dell’Emilia-Romagna, degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, con particolare riferimento alle diverse possibili destinazioni.