“Adesso abbiamo la certezza che i controlli sulle cozze delle piattaforme petrolifere non hanno mai rispettato le regole stabilite nel 2002. Ecco perché la Regione continua a non voler rispondere alle nostre domande e tenere sotto chiave i dati. Ci troviamo davanti a una palese violazione di quelle stesse regole che la Regione si era data”. È questo il commento di Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S, riguardo ai controlli sulle cozze delle piattaforme petrolifere in Adriatico, in particolare quelle a largo di Ravenna. Dopo aver portato alla ribalta il problema dei mancati controlli sulla qualità della cozze che crescono ai piedi delle piattaforme petrolifere e che poi finiscono sulle nostre tavole, adesso Bertani, documenti alla mano, chiede alla Giunta in una nuova interrogazione il perché da anni venga disattesa una norma chiara (prevista da una delibera regionale del 2002) nella quale si stabilì che i controlli sulle cozze dovessero avere una frequenza bimestrale.
“Visto che la Giunta per mesi non ha risposto alle nostre domande siamo stati costretti a chiedere un accesso agli atti per venire a conoscenza della verità sui controlli – spiega Andrea Bertani – I nostri sospetti erano fondati: nonostante una norma del 2002 indichi chiaramente una frequenza ogni 2 mesi per il monitoraggio sui molluschi e non a campione, queste indicazioni nelle piattaforme a largo di Ravenna sono state completamente disattese. A questo punto chiediamo alla Giunta e all’assessore Venturi di spiegare una volta per tutte i motivi di questa evidente violazione”.
La delibera in questione è la 1648 del 9 settembre del 2002 (ben nota all’azienda Asl che la cita nei suoi report) e con cui la Regione autorizzava la raccolta per l’immissione al consumo umano dei molluschi prelevati dalle parti sommerse di 20 piattaforme di Eni, a condizione però che l’Asl eseguisse in tutte le piattaforme un monitoraggio con frequenza bimestrale di sostanze come piombo, mercurio, arsenico. “La delibera parla chiaro e specifica, oltre alla frequenza degli interventi, anche il fatto che il monitoraggio dovesse essere effettuato su tutte le piattaforme e non su un numero ristretto – aggiunge Andrea Bertani – Oggi questi controlli vengono effettuati annualmente e non su tutte. A questo punto la Regione non può più tacere e dovrebbe spiegare il perché”.