Più risorse per i medici e le strutture sanitarie della montagna: a chiederle è Giulia Gibertoni che ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale. Il decreto ministeriale del 2 aprile del 2015 ha introdotto dei nuovi standard ospedalieri riconoscendo per alcune zone geograficamente disagiate dei presidi ad hoc dove è necessario garantire una attività di pronto soccorso, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta.
“Si tratta di strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna – spiega Giulia Gibertoni – ecco perché serve da parte della Regione garantire determinati investimenti in grado di poter assicurare un servizio sanitario realmente efficiente. Oltre ad analizzare il nostro territorio alla luce di standard uguali per tutti, occorre mettere in luce i fabbisogni specifici di alcuni ambiti territoriali. La carenza di medici di base ed ospedalieri, oltre ad essere un problema nazionale è un problema anche regionale, in particolare delle zone montane, zone meno ambite per le evidenti difficoltà dovute alla morfologia del territorio, dal clima che nei periodi invernali limita gli spostamenti e dalla mancanza di numerosi servizi presenti in altre zone della nostra regione”.
Ecco perché secondo Giulia Gibertoni la Regione dovrebbe assicurare più risorse per la sanità delle zone montane. “La Giunta potrebbe innanzitutto garantire dei finanziamenti ai Comuni affinché garantiscano ai medici di Medicina Generale ed ai medici di guardia medica degli ambulatori con tecnologia adeguata e in grado di garantire servizi ed esami senza particolari difficoltà – aggiunge Gibertoni – Inoltre sarebbe necessario stanziare risorse economiche per incentivare il reclutamento di nuovo personale medico e più in generale sanitario nei territori montani, permettendo in tal modo alle AUSL di erogare incentivi almeno per i primi anni di servizio al nuovo personale nelle strutture sanitarie di montagna”. Tra le proposte avanzate da Giulia Gibertoni anche l’introduzione di criteri di differenziazione stipendiale (ovvero pagare di più i medici e gli infermieri che decidono di trasferirsi in zone periferiche, montane ed in genere in zone svantaggiate) e la creazione centri di alta specializzazione proprio in quelle zone in modo da attrarre professionisti e trasformare così l’esperienza lavorativa in montagna una tappa significativa della propria carriera.