Europee, Bertani (M5S): “Dopo la Gualmini tocca alla Kyenge. Mail elettorale ai dipendenti della Regione”

“Quello di avere poco rispetto per la privacy altrui durante le campagne elettorali deve essere un vizio molto diffuso all’interno del PD. Dopo l’uso spregiudicato delle mail universitarie da parte della vicepresidente Gualmini oggi è toccato all’europarlamentare uscente Cécile Kyenge inviare un messaggio elettorale a decine di account della Regione Emilia-Romagna, in particolare dipendenti e collaboratori di Viale Aldo Moro. Nessuno dei quali, ovviamente, si era mai iscritto alla sua newsletter o aveva espresso il desiderio di ricevere notizie sulla sua campagna elettorale”.

Dopo aver sollevato il caso dello spot elettorale inviato a migliaia di indirizzi mail dell’università di Bologna da parte della vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini, Andrea Bertani (capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle) chiede chiarimenti anche sull’invio da parte dell’europarlamentare Kyenge di una mail con l’invito a partecipare a una manifestazione elettorale organizzata per sabato prossimo dal PD in piazza Maggiore a Bologna.

“Nella sua mail inviata oggi pomeriggio, la Kyenge invita gli ignari destinatari a quello che definisce ‘il primo e finora unico comizio elettorale per un’Italia multiculturale e della diversità’ con tanto di link al suo sito e al programma della manifestazione targata PD – spiega Andrea Bertani – Nulla di strano se non fosse che il messaggio è stato recapitato a decine e decine di account di dipendenti e collaboratori della Regione Emilia-Romagna che hanno scoperto di essere stati inseriti, loro malgrado, nella mailing list in possesso della candidata dem alle prossime elezioni europee. Visto che, a quanto ci risulta, la Kyenge non ha mai lavorato in Regione ci chiediamo come sia entrata in possesso di questi indirizzi mail. Chi glieli ha forniti? Sosterrà anche lei, come ha fatto la sua collega Gualmini, che si tratta di ‘indirizzi pubblici’ per poi ammettere la ‘leggerezza’ di un comportamento totalmente irrispettoso della privacy e delle regole di funzionamento di un ente pubblico? Questo ulteriore caso – conclude Andrea Bertani – dimostra la totale arroganza da parte del PD che in campagna elettorale è disposto a violare le più banali regole pur di accaparrarsi qualche voto o presenza alle loro sempre più deserte manifestazioni di piazza”.