Gibertoni (M5S): “Finalmente norme efficaci per evitare scandali come quelli di Basilicata e Umbria”. L’Emilia-Romagna finalmente avrà delle norme per contrastare con efficacia nepotismo e clientelismo all’interno delle nostre strutture sanitarie. Uno strumento concreto per evitare che scandali come quelli che si sono verificati recentemente in Umbria o in Basilicata possano trovare spazio anche da noi”. È quanto dichiara Giulia Gibertoni dopo che l’Assemblea Legislativa questa mattina ha deciso di rimandare in Commissione il suo progetto di legge contro il nepotismo in sanità che aspettava di essere discusso da due anni e che già nei prossimi giorni inizierà il proprio iter legislativo per arrivare nel giro di qualche settimana alla sua approvazione.
“Dopo due anni di inspiegabile stallo finalmente il mio progetto di legge sarà discusso per arrivare in tempi ragionevolmente brevi all’attuazione di norme che contrastino realmente e con efficacia la piaga del nepotismo nelle nostre strutture sanitarie – spiega Giulia Gibertoni – Si tratta di una legge assolutamente necessaria per rimarcare, ancora una volta, la nostra diversità dai pessimi esempi che si stanno affermando nel nostro paese. Basti pensare a quanto successo in Basilicata o negli ultimi giorni in Umbria dove il sistema sanitario regionale è stato travolto da uno scandalo basato proprio sul nepotismo e su rapporti clientelari. Il nostro intento è proprio quello che evitare situazioni di questo genere e credo che il mio progetto di legge possa affrontarle con efficacia”.
Nella proposta di legge depositata a marzo del 2017 da Giulia Gibertoni si prevede la riformulazione dei criteri per l’assegnazione del personale nelle strutture sanitarie per evitare che dipendenti legati da vincoli di parentela (o di affinità sino al terzo grado) prestino servizio in rapporto di subordinazione gerarchica nella stessa struttura organizzativa.
“Quello che ho sempre sostenuto è che l’obiettivo di questo pdl non è quello di escludere dalle assunzioni personale valido o meritevole ma di evitare che, all’interno della stessa unità operativa o nello stesso dipartimento, operino genitori e figli, sorelle e fratelli, o persone legate tra di loro da un rapporto di parentela molto stretto – aggiunge Giulia Gibertoni – Se è certamente lecito che un figlio segua le orme del padre o della madre, e che abbia la possibilità di ottenere l’incarico nella stessa struttura dove opera il genitore, attraverso un concorso pubblico è altrettanto lecito però che l’organizzazione delle strutture sanitarie sia articolata in modo che, senza arrecare un danno professionale a nessuno, eviti che il rapporto di parentela possa creare dubbi su imparzialità ed efficienza che dovrebbero essere i principi cardine di chi lavora in una pubblica amministrazione e, in special modo, in sanità. Dopo la decisione di oggi dell’Assemblea Legislativa e la disponibilità della maggioranza a discutere in tempi brevi il pdl confidiamo che tutto ciò possa diventare finalmente realtà” conclude Giulia Gibertoni.