Infermieri a chiamata, Piccinini (M5S): “Inaccettabile che i dirigenti vengano premiati sfruttando i lavoratori. Regione intervenga”

“L’azione dell’Ispettorato del Lavoro sull’utilizzo degli infermieri a chiamata conferma quanto il MoVimento 5 Stelle denuncia da tempo, ovvero che nelle strutture ospedaliere della nostra regione ci sono criticità molto importanti che riguardano la gestione del personale. Per questo è paradossale che ci siano dirigenti che, proprio grazie ai risparmi effettuati sul personale, incassino ogni anno premi a cinque zeri. La Regione deve stoppare questa pratica una volta per tutte”. È questa la richiesta di Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alle recenti polemiche che hanno riguardato l’utilizzo dei cosiddetti “infermieri a chiamata” svelato da un’indagine condotta dall’Ispettorato del lavoro in alcune strutture sanitarie bolognesi.

“È dall’inizio della legislatura che in Regione denunciamo, mai ascoltati, le gravi difficoltà del personale che lavorano nei nostri ospedali, con infermieri costretti a svolgere turni massacranti, soprattutto di notte, dovendosi fare carico, in alcuni casi, anche di mansioni che non rientrano nel loro profilo professionale – spiega Silvia Piccinini – Per questo avevamo chiesto alla Regione di potenziare al più presto tutto il personale del comparto sanità, in particolare per quel che riguarda quello infermieristico ottenendo sempre risposte rassicuranti. L’indagine condotta dall’Ispettorato del Lavoro però ci racconta di un’altra realtà fatta addirittura di studi professionali che gestiscono circa 200 infermieri esterni da prestare agli ospedali addirittura facendo ricorso a piattaforme online simili a quelle dei fattorini del cibo a domicilio. Un sistema riprovevole e che assume contorni davvero paradossali se si pensa che i dirigenti delle strutture sanitarie a fine anno incassano premi con a cinque zero per aver attuato un risparmio di spesa anche attraverso questi sistemi. Il sistema sanitario regionale per mantenere un’adeguata e qualificata assistenza ha la necessita di avere personale con contratti stabili e con piante organiche in grado di sopperire ad un aumento delle richieste dei cittadini. Non è ammissibile – conclude Silvia Piccinini – che si faccia ricorso a personale a chiamata per pochi giorni o addirittura per poche ore. Serve che la Regione vieti alle AUSL l’utilizzo di questo sistema e che i responsabili dell’acquisizione di personale che lo hanno utilizzato non siano premiati per i risparmi di spesa, ma penalizzati nelle premialità per aver messo a rischio la qualità dell’assistenza e danneggiato l’immagine del sistema sanitario regionale”.