La Regione continui a garantire gli interventi e l’assistenza di natura prettamente sanitaria a favore delle persone affette da Alzheimer. È la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di una risoluzione presentata per impegnare la Giunta a implementare la verifica delle prestazioni da erogare, affinché, qualora esista una stretta correlazione tra prestazioni sanitarie e assistenziali, l’intero costo delle rette venga accollato al Sistema Sanitario Nazionale evitando così altre spese per le famiglie.
“Da tempo, in seguito alle numerose sentenze emesse in primo grado e dalla Cassazione – spiega Raffaella Sensoli – si è sviluppato un intenso dibattito sulla competenza della retta nelle Residenze Sanitarie Assistenziali per i malati di Alzheimer. Queste sentenze stabiliscono che, nei soggetti gravemente affetti dal morbo ricoverati in RSA, la parte della retta di compartecipazione relativa alle spese assistenziali e alberghiere sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, la valutazione dell’intera retta a carico del servizio sanitario in caso di Alzheimer non è un automatismo: occorre verificare caso per caso la tipologia e intensità sanitaria delle prestazioni erogate”.
Secondo la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle nella legge regionale 2/2003 è richiamata una direttiva mai emanata a oltre 10 anni dalla previsione, nella quale è specificato che “nel rispetto dei principi di equità, omogeneità e progressività in ragione della capacità economica degli utenti non autosufficienti, nonché di quelli in materia di indicatore della situazione economica equivalente (Isee), con specifica direttiva della Giunta regionale, sono definite le modalità di concorso da parte degli utenti al costo alle prestazioni relative ai seguenti servizi socio-sanitari: assistenza domiciliare servizi semiresidenziali e residenziali”.
“Il costo delle rette nelle strutture residenziali accreditate per non autosufficienti sono a carico per il 50% delle famiglie e per il restante 50% a carico del pubblico, ma numerose sentenze dicono che quando l’intensità di cura è elevata, e predomina il rilievo sanitario, tutta la retta deve essere a carico del fondo sanitario. L’obiettivo – conclude Raffaella Sensoli – è che la Regione, attraverso le risorse messe a disposizione dallo Stato che confluiscono nel Fondo sanitario regionale, continui a garantire gli interventi e l’assistenza di natura prettamente sanitaria. Oggi in Commissione sanità è stato affrontato proprio il tema dei percorsi diagnostici e terapeutici per le demenze. Ben venga il nuovo DTA sulle demenze ma non possiamo accettare che le famiglie siano in continuo contenzioso con le strutture socio sanitarie che ospitano loro familiari per il problema delle rette”.