“Con il nuovo Piano Nazionale per la gestione delle liste di attese e i 350 milioni messi a disposizione dal Ministero della Salute e della ministra Giulia Grillo le Regioni non avranno più alibi. La battaglia per garantire ai cittadini una sanità migliore avrà così nuovo slancio e, anche in Emilia-Romagna, l’obiettivo sarà quello di risolvere realmente e in modo definitivo il problema delle liste di attesa”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, vicepresidente della Commissione Sanità dell’Assemblea Legislativa, all’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del nuovo Piano per la gestione delle liste d’attesa (PNGLA).
“I fondi stanziati permetteranno anche alla nostra regione di fare meglio di quanto già accade oggi – spiega Raffaella Sensoli – Proprio in questo senso la nascita di un Osservatorio nazionale, che avrà il compito di monitorare l’effettiva erogazione dei servizi e la reale applicazione del diritto alla salute, sarà uno stimolo per l’Emilia-Romagna a fare di più e meglio anche grazie al risultato che abbiamo ottenuto poco tempo fa facendo aumentare anche il numero delle prestazioni controllate. Tramite l’Osservatorio, infatti, si potrà mantenere l’autonomia delle Regioni e agire sul monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali in regime libero-professionale per evidenziare chi rispetta gli obiettivi, le Regioni virtuose, e quelle che, invece, hanno necessità di supporto da parte del Ministero per raggiungere gli obiettivi. Più in generale il nuovo Piano varato dal Ministero della Salute è molto positivo, soprattutto laddove si agisce per favorire maggiore trasparenza delle agende e più controllo dell’attività intramoenia. Spazio anche alla massima trasparenza in quanto è prevista la totale visibilità delle Agende di prenotazione delle strutture pubbliche e private accreditate, nonché quelle dell’attività istituzionale e della libera professione intramuraria da parte dei sistemi informativi aziendali e regionali. Altra importante novità è il rispetto dei tempi massimi di erogazione delle prestazioni all’interno di un ambito territoriale, rispettando il principio di prossimità per il cittadino. È inaccettabile che vi siano delle aziende sanitarie che abbracciano un territorio rilevante, come per esempio l’Azienda sanitaria unica della Romagna che si estende un’area geografica comprensiva di 73 Comuni e tre province, dove oggi il rispetto dei tempi massimi è realizzato imponendo ai pazienti una mobilità da una provincia all’altra con percorrenze che possono arrivare anche ai 100 km”.
“Adesso – conclude Raffaella Sensoli – quello che auspichiamo è che da parte di tutte le Regioni ci sia la massima collaborazione per rendere efficace il prima possibile il nuovo Piano. L’obiettivo dell’abbattimento e del miglioramento delle liste d’attesa deve essere un obiettivo comune che può e deve essere raggiunto”.