“L’AUSL di Modena ha recepito, con 8 anni di ritardo, le indicazioni del Ministero della Salute per cercare di ridurre il rischio di comportamenti violenti a danno degli operatori sanitari. Un pericolo concreto, come purtroppo ha dimostrato il caso di Mirandola, e che deve essere affrontato con più determinazione anche attraverso una formazione specifica che possa servire proprio in casi di violenze o molestie subite”.
Giulia Gibertoni ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale sul tema della sicurezza degli operatori sanitari dopo il caso delle molestie subìte da una dottoressa della Guardia Medica dell’ospedale di Mirandola al momento dell’ingresso in ambulatorio.
“A livello regionale manca un monitoraggio dal punto di vista sanitario dei casi di aggressioni e molestie subite da donne per avere una conoscenza approfondita del fenomeno e per elaborare politiche efficaci di contrasto e prevenzione – spiega Giulia Gibertoni – Nonostante nel 2010 la Regione abbia emanato le “Prime indicazioni operative alla Aziende sanitarie, in attuazione della Raccomandazione n. 8 del Ministero della Salute”, che aveva come obbiettivo quello della programmazione e dell’implementazione di misure da parte delle Aziende sanitarie finalizzate a ridurre il rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza a danno di operatori sanitari, l’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena ha adempiuto alla Raccomandazione del Ministero solo nell’anno 2018, quindi a 8 anni distanza, con una dilatazione di tempi inaccettabile per un tema così delicato”.
Per Giulia Gibertoni, che ha chiesto alla Giunta anche una relazione tempestiva sugli ultimi episodi di violenza registrati proprio nelle strutture sanitarie di Modena, “sarebbe molto utile, per il personale ospedaliero, avere conoscenze su modalità e tecniche da utilizzare in caso di aggressioni o molestie subite, magari attraverso corsi di formazione ad hoc. La sicurezza dei nostri operatori sanitari non può continuare ad essere sottovalutata”.