Procedure complicate, poca informazione e il rischio molto concreto di vedersi arrivare a casa una multa salata. Non è certamente agevole per chi si muove su un’auto elettrica l’accesso nella zona ZTL di Reggio Emilia. A denunciarlo è Gianluca Sassi, capogruppo regionale del M5S, che ha presentato una interrogazione sulle regole di accesso e sosta dei veicoli elettrici nelle zone a traffico limitato nell’ambito del piano regionale “Mi muovo elettrico”, in particolare su quello che succede a Reggio Emilia.
“Un cittadino di Ravenna o Bologna che oggi avesse esigenza di entrare nella zona a traffico limitato di Reggio con la sua auto elettrica avrebbe più di un ostacolo da affrontare, nonostante ci sia un protocollo d’intesa regionale che almeno in teoria avrebbe dovuto semplificare le cose – spiega Gianluca Sassi – Contrariamente a quanto succede in altre città, dove è sufficiente comunicare il numero di targa agli uffici per poter circolare liberamente, per entrare nella ZTL di Reggio Emilia è necessario ottenere un nuovo permesso, da richiedere direttamente al Consorzio TEA che si occupa del rilascio dei pass. Una richiesta che deve essere fatta di persona, senza nemmeno la possibilità di richiederlo per via telematica. Chi non rispetta questa procedura e pensasse di poter accedere liberamente alla zona a traffico limitato rischia una multa come qualsiasi altro automobilista senza permesso”.
Un’assurdità per il capogruppo regionale del M5S visto che solo pochi anni fa la Regione ha siglato un protocollo d’intesa con i maggiori Comuni dell’Emilia-Romagna (tra i quali c’è ovviamente anche Reggio Emilia) che mirava proprio all’armonizzazione delle regole per l’accesso dei veicoli elettrici alle ztl. “Tutti gli sforzi per l’installazione di nuove colonnine per la ricarica di energia pulita o gli investimenti fatti sulla mobilità sostenibile rischiano di essere perfettamente inutili davanti a questi assurdi burocratici – aggiunge Gianluca Sassi – L’assessore Donini chieda a TEA di rispettare il protocollo regionale e di azzerare questa procedura fantozziana dei permessi. Invece che incentivare gli spostamenti da città a città con mezzi meno inquinanti si corre il rischio di penalizzarli facendo pagare multe salatissime a chi non è in grado di orientarsi in procedure burocratiche inutili”.
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