Entro la fine di marzo l’Italia sarà costretta a pagare altri 400mila euro per la mancata bonifica della discarica ex Razzaboni di San Giovanni in Persiceto. La conferma arriva direttamente dalla Commissione Europea che a febbraio ha inviato una lettera a Ministero e Regione dove sono state rimandate al mittente tutte le argomentazioni che la Giunta aveva messo a punto per cercare di evitare la maxi stangata.
“Si tratta di una bocciatura su tutti i fronti: tecnico, ambientale e amministrativo – spiega Silvia Piccinini – L’ennesima figuraccia della coppia Bonaccini-Gazzolo che ci costerà la bellezza di altri 400mila euro che si vanno a sommare a quelli pagati già all’inizio dello scorso anno. Nonostante le dichiarazioni trionfalistiche della Giunta la verità sull’ex Razzaboni è una sola: la Regione non ha fatto assolutamente niente per mettere in sicurezza permanente l’area. Noi lo sosteniamo da sempre e adesso che anche l’Europa lo ha certificato Bonaccini e la Gazzolo la smettano di prendere in giro i cittadini”.
Entro fine marzo, dunque, l’Italia sarà costretta a pagare 400mila euro all’Europa in quanto la discarica di San Giovanni in Persiceto è considerata contenente rifiuti pericolosi. La Commissione Europea ha rimandato al mittente tutte le giustificazioni prodotte dalla Regione ai fini dello stralcio dalla procedura di infrazione, in primo luogo sui rifiuti che dovevano essere messi in sicurezza entro l’ottobre del 2015.
“La Commissione Europea sostiene che non è possibile verificare se questi lavori siano stati ultimati perché la documentazione trasmessa è assolutamente insufficiente – aggiunge Silvia Piccinini – In più anche la richiesta di stralcio dalla procedura di infrazione, chiesta in base al fatto che i rifiuti sono stato rinvenuti dopo la prima sentenza di condanna del 2007, per l’UE è irricevibile visto che la procedura di infrazione riguarda un problema generale di rispetto delle norme europee e non un mero elenco dei siti”. Anche sull’area Mise poi la posizione della Giunta è stata completamente bocciata.
“La lettera rileva che non c’è alcuna prova documentale sulla decontaminazione dell’area, nonostante solo grazie al nostro intervento la Giunta avesse stanziato a bilancio 4 milioni di euro per questo tipo di interventi – specifica Silvia Piccinini – La Regione, anche su questo tema, non ha fornito alcuna informazione e quindi non è dato sapere quando questi interventi saranno avviati e completati. In più la Commissione non esclude che i rifiuti, poi, abbiano potuto contaminare anche il suolo. Insomma una lista infinita di errori che, ancora una volta, pagheremo a caro prezzo. L’assessore Gazzolo, che sia in aula che sui giornali continua a sostenere che la Regione ha fatto di tutto per assicurare la sicurezza della ex Razzaboni – conclude Silvia Piccinini – abbia almeno la decenza di chiedere scusa ai cittadini e di dimettersi immediatamente”.