“Visto che la Giunta non ritiene percorribile la strada dell’azzeramento dell’IRAP, oggi abbiamo presentato e fatto approvare un risoluzione che, attraverso un sistema di rimborsi, restituisce l’equivalente di quanto pagato dalle Aziende pubbliche di servizi alla persona. Siamo soddisfatti che anche le altre forze politiche abbiano finalmente capito l’importanza di un provvedimento che chiedevamo da tempo”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, dopo che questa mattina la commissione ha approvato una risoluzione che prevede un sistema di agevolazioni alle Asp per compensare il mancato abbattimento dell’aliquota Irap che in Emilia-Romagna, a differenze di quella ridotta delle Onlus e delle cooperative sociali, per le Aziende pubbliche di servizi alle persone è pari all’8,5%.
“Visto che la Giunta sostiene di non poter abbattere, da un punto di vista tecnico, l’aliquota IRAP anche se in altre regioni questa manovra è stata portata avanti senza particolari problemi, abbiamo deciso di trovare questa soluzione – aggiunge Raffaella Sensoli – Per noi quello dell’azzeramento dell’aliquota era una battaglia importantissima che abbiamo portato avanti con successo anche in moltissimi comuni. Come abbiamo ribadito più volte solo con il suo dimezzamento si andrebbero a pareggiare i bilanci delle Asp ma si potrebbero riservare più risorse ai territori e quindi ai cittadini”.
E proprio riguardo al tema dei servizi Giulia Gibertoni ha presentato un’altra risoluzione per chiedere alla Giunta di eliminare le clausola del deposito che le ASP chiedono come cauzione per poter usufruire dei propri servizi. “Ormai è una prassi molto diffusa quella applicata dai gestori, sia pubblici che privati, di pretendere dagli anziani e dalle persone con disabilità o dai loro famigliari il deposito di caparra pari a circa una mensilità della retta di ricovero, in media 1.600 euro per i soli posti convenzionati o accreditati – aggiunge Giulia Gibertoni – Un pagamento che è posto come condizione preliminare per l’accesso alle strutture protette. A nostro avviso si tratta di una clausola profondamente ingiusta che in altre regioni, come il Piemonte, è stata eliminata. Ecco perché chiediamo alla Giunta di intervenire al più presto ed eliminare questa norma vessatoria che pesa oltremodo sulle tasche di persone già in difficoltà”.