“La Regione dovrebbe chiedere con forza l’approvazione in tempi brevi di un testo unico nazionale sull’acqua che ribadisca con forza il suo valore di bene comune e al di fuori dalle logiche legate al profitto”. È questa la richiesta di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta all’interno di una risoluzione presentata alla Giunta.
“Secondo un rapporto pubblicato il 3 luglio scorso sullo stato delle acque, a cura dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), nonostante i progressi osservati negli ultimi decenni in termini di miglioramento della qualità ambientale, per molti laghi, fiumi, acque costiere e sorgenti sotterranee d’Europa, l’inquinamento e strutture come le dighe e l’eccessiva estrazione restano tra le principali minacce per la salute nel lungo termine dei corpi idrici. La stragrande maggioranza di essi non raggiunge ancora il traguardo minimo UE del ‘buono stato’ – spiega Silvia Piccinini – Le ragioni per il mancato conseguimento dei traguardi minimi sono dovute per lo più alla contaminazione dei siti acquatici con nitrati provenienti dallo scarico delle acque piovane, all’intrusione salina e alla dispersione di sostanze chimiche pericolose provenienti da siti contaminati (per esempio siti industriali, aree estrattive o depositi di rifiuti). Solo il 38 % dei laghi, dei fiumi e degli altri corpi idrici superficiali monitorati è in buono stato chimico, con concentrazioni di inquinanti non superiori agli standard dell’UE in materia di qualità ambientale”.
Se si scende a livello nazionale il rapporto ci dice che solo il 58% delle acque sotterranee italiane sono buone, contro la media del 74% dell’Unione europea. Inoltre, un rapporto Ispra mette in evidenza un altro problema che colpisce la nostra nazione: le dispersioni della rete idrica. Esaminando 116 capoluoghi di provincia si è potuto rilevare infatti che la perdita media di acqua nella rete idrica nazionale è del 35,4% (Nord 26%, Centro 46%, Sud 45%). Anche nella nostra regione ci sono diverse criticità a carico del sistema idrico, tra cui la più grave risulta l’incremento di nitrati e sostanze organoalogenate come la trielina (tricloroetilene) e il percloroetilene (tetracloroetilene) nelle falde sotterranee. Le fonti principali che contribuiscono all’incremento di queste sostanze nelle falde sono riconducibili prioritariamente ai settori civile (dispersione dalla rete fognaria, trattamenti depurativi senza denitrificazione), agricolo e zootecnico (spandimento dei liquami zootecnici in quantitativi superiori alle esigenze colturali).
“È stato palesemente disatteso, e per troppo tempo, quanto espresso chiaramente dagli italiani con il referendum sull’acqua del 2011, cioè che il servizio idrico non andava messo sul mercato, ma gestito dal pubblico senza fini di lucro -aggiunge Silvia Piccinini – ecco perché è necessario realizzare a livello nazionale un testo unico sull’acqua, intesa come un bene comune a gestione pubblica e trasparente, alla quale tutti hanno diritto e sulla quale non si possono fare profitti, in un’ottica di risparmio, conservazione e riutilizzo. Richiesta che la Regione dovrebbe avanzare sia in Conferenza Stato-Regioni che in ogni altra sede opportuna”.