“Parlare del futuro dell’AUSL Romagna all’interno di un convegno organizzato in una clinica privata è l’emblema del modello di sviluppo della nostra sanità che vede il settore privato ormai sostanzialmente sovrapposto a quello pubblico. Aspetto sul quale però la Regione dovrebbe fornire più di una spiegazione”.
Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, tornano ad incalzare la Giunta presentando un’interrogazione sul convegno che si è tenuto qualche giorno fa a Cotignola all’interno della clinica privata Maria Cecilia Hospital e dove si è parlato di sanità integrata, in particolare dell’AUSL Romagna come sistema ottimale per l’integrazione tra pubblico e privato.
“La struttura che ha ospitato l’evento di giovedì scorso non è nuova a questo tipo di appuntamenti – spiegano i consiglieri regionali del M5S – Già il 19 luglio 2016 vi fu un incontro analogo nel quale si mise in luce l’attività del gruppo, alla presenza, tra gli altri, del presidente, dell’amministratore delegato della struttura sanitaria, del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dell’Assessore regionale Sergio Venturi. Un’attenzione quindi costante e che sembra ulteriormente presente nella volontà della Regione di riconoscere la possibilità alle strutture private di diventare IRCCS, possibilità fino ad oggi negata e che permetterebbe legittimamente e per alcuni versi anche meritoriamente a Santa Cecilia Hospital di Cotignola, d’intraprendere questo percorso di riconoscimento. La coincidenza tra attività di promozione dell’operato dell’AUSL unica della Romagna e della Regione da parte della struttura sanitaria privata sembrano coincidere, al punto di far sorgere il sospetto che tra le due attività ci sia correlazione che meriterebbe un chiarimento per dirimere ogni dubbio sulla questione”. Ecco perché nella loro interrogazione Andrea Bertani e Raffaella Sensoli chiedono alla Giunta di chiarire i tanti aspetti della vicenda anche in virtù delle altre critiche che hanno riguardato il convegno dello scorso 5 luglio relativo proprio alla commistione tra sanità pubblica e privata che porterebbe i cittadini a pagare due volte.
“Bisogna invertire questa tendenza che vede un passaggio strisciante dalla sanità pubblica a quella privata accreditata, pensando che quest’ultima possa garantire un’offerta di salute migliore ai cittadini – concludono Bertani e Sensoli – Migliore solo nella misura in cui il sistema pubblico viene mantenuto sotto traccia e pieno di inefficienze”.