Più investimenti e meno sprechi, un’inversione di rotta che abbia come obiettivo finale quello di salvaguardare la componente pubblica nei confronti di quella privata. Sono queste alcune delle richieste al centro del convegno sulla tutela della Sanità pubblica organizzato dal M5S e dall’Altra Emilia-Romagna, che si è tenuto nell’Auditorium della Regione Emilia-Romagna in viale Aldo Moro 18. Medici, personale sanitario, esperti ma anche tanti comuni cittadini hanno partecipato ai tavoli di lavoro coordinati tra gli altri, dal capogruppo regionale del M5S Gianluca Sassi e dai consiglieri Giulia Gibertoni e Raffella Sensoli (vicepresidente della Commissione Sanità), che hanno cercato di fare il punto sulla situazione del sistema sanitario nazionale e regionale tra carenze di risorse, tagli delle prestazioni e porte aperte nei confronti dei privati. Tutti temi che gli esponenti del M5S hanno voluto rimarcare ancor di più presentando tre distinte interrogazioni a conclusione dei lavori del convegno.
“Non è vero che la spesa sanitaria pubblica sta aumentando – spiegano Gianluca Sassi, Giulia Gibertoni e Raffaella Sensoli – In Italia e nella nostra Regione è vero l’esatto contrario secondo quanto ha riportato l’ultimo Rapporto Statistico dell’Ocse. Spendiamo decisamente meno rispetto agli altri Paesi europei più direttamente paragonabili con noi e soprattutto lo facciamo male, malissimo. È vero, dei risparmi ci possono e ci devono essere ma nello stesso tempo bisogna reinvestire le risorse derivanti magari dall’azzeramento dei premi ai dirigenti o ai vertici aziendali in quei stessi territori e sempre in ambito sanitario. La sanità non può continuare ad essere il salvadanaio dal quale si prelevano milioni di euro ogni anno per coprire altri buchi. C’è in gioco la salute dei cittadini”.
Gli effetti di questo sistema, secondo i consiglieri regionali del M5S, è sotto gli occhi di tutti visto che soprattutto in Emilia-Romagna lo smantellamento della sanità pubblica sta diventando sempre più una realtà consolidata, spalancando conseguentemente le porte all’ingresso dei privati. “Ormai crediamo che sia chiara la tendenza che, chi è al governo sta portando avanti anche in Emilia-Romagna, vuole trasformare attraverso le Regioni il sistema sanitario nazionale da pubblico a misto pubblico/privato – aggiungono Gianluca Sassi, Giulia Gibertoni e Raffaella Sensoli – Una rotta che abbiamo il dovere di invertire perché in gioco c’è il rispetto di quella universalità che dovrebbe essere alla base della programmazione sanitaria. E invece i servizi erogati dal Servizio Sanitario pubblico regionale oggi non sono assolutamente sufficienti a dare risposte adeguate, tanto che c’è il rischio che la salute smetta di essere un diritto individuale, certo e garantito dallo Stato, per diventare sempre di più una merce “prodotta” da una “solida filiera economico-produttiva”, con aziende private (cliniche, laboratori di analisi e diagnostica) che sostituiscono, quasi in tutto, la rete sanitaria pubblica, con costi ad esclusivo carico dei cittadini”.