“Le dichiarazioni di Eni sull’attività della Key Manhattan sono tutt’altro che tranquillizzanti, anche perché non chiariscono se ci saranno in futuro delle perforazioni. Cesenatico e tutta la costa circostante sta già pagando un prezzo salatissimo visto che le nostre spiagge, a causa della subsidenza, sprofondano di 5 centimetri ogni anno anche per l’attività estrattiva dei pozzi. Non si può continuare a metterle costantemente a rischio”. È questa la richiesta di Andrea Bertani, consigliere regionale del M5S, riguardo alla presenza della mega piattaforma Key Manhattan davanti alla costa di Cesenatico e al centro di una interrogazione alla Giunta.
“Nei giorni scorsi avevamo presentato un accesso agli atti per capire cosa stia realmente succedendo a largo di Cesenatico – spiega Andrea Bertani – La Giunta non ha ancora risposto ma la spiegazione fornita oggi da Eni non ci soddisfa affatto, anzi contribuisce ad alimentare i nostri dubbi. Sostenere che al momento la piattaforma stia facendo solo manutenzione su di un pozzo inattivo da anni lascia aperti molti interrogativi. Il primo è quello della gestione degli impatti ambientali derivante dalle attività di manutenzione: tali attività comporteranno scarichi a mare di materiali di risulta? E’ stata fatta una valutazione di impatto ambientale? E un piano di emergenza? Il Comune e la Regione hanno ricevuto questi documenti? Il secondo riguarda se in un prossimo futuro si faranno o meno delle altre perforazioni. Leggendo la concessione data ad Eni nel 1997 sembrerebbe proprio di sì. Particolare che di certo non è irrilevante”.
Per il consigliere regionale del M5S, infatti, la possibilità di poter effettuare delle altre perforazioni potrebbe essere funzionale all’avanzamento di un progetto di lungo periodo. “La concessione del pozzo Morena 1 scade nel 2017. Che senso avrebbe da parte di Eni spendere ed investire una cifra così ingente per far ripartire l’attività estrattiva per un anno? – aggiunge Andrea Bertani – Evidentemente c’è qualcosa che ancora non è stato detto chiaramente e per questo chiediamo a Bonaccini e alla sua Giunta di fare chiarezza una volta per tutte. Non vorremmo che la strategia sia quella di far passare di nuovo tutto sotto silenzio, facendo scoprire dall’oggi al domani ai cittadini di Cesenatico, così come è stato fatto per la presenza della piattaforma, che un pozzo così vicino alla costa fermo da tempo riprenda ad estrarre magari per altri vent’anni: ma quanto costerebbe a Cesenatico la conseguente subsidenza fra necessità di ripascimenti e aumentato rischio di allagamenti?”.