“Peccato che la Giunta non abbia pensato a prevedere un concorso a premi per indovinare in anticipo i nomi dei nuovi dirigenti. Visto che ne abbiamo azzeccati 12 su 12, anticipando già da mesi i loro nomi e le rispettive funzioni, saremmo stati di certo i vincitori”. È questo il commento di Silvia Piccinini, consigliera regionale del M5S, riguardo alla conclusione della selezione pubblica che ha portato alla nomina di 12 nuovi dirigenti che andranno a ricoprire ruoli chiave nell’organigramma di otto direzioni generali.
“Sgombriamo il campo da ogni dubbio, per indovinare i nomi dei vincitori non abbiamo di certo consultato la sfera di cristallo ma ci siamo affidati, molto più semplicemente, all’elenco dei dirigenti che già ricoprivano quel ruolo visto che alla fine hanno vinto quei candidati che in media, da 15 anni (ma ci sono casi in cui gli anni diventano 25) ricoprono sempre gli stessi incarichi di vertice, pur non essendo formalmente interni all’ente – spiega Silvia Piccinini – Come avevamo denunciato in più di un’occasione nei mesi scorsi si tratta di nomine ad personam mascherate da selezione pubblica. Una farsa bella e buona. Anche per questo vorremmo capire quanto la Regione ha speso per portare a termine una procedura che è durata mesi. Da quel che sappiamo solo per la parte che riguarda la valutazione dei candidati la Giunta ha speso la bellezza di 31mila euro, cifra assolutamente parziale”.
D’altronde le nomine, facili da pronosticare, sono avvenute a seguito di delibere che dapprima hanno spostato sempre più in avanti il momento per fare scattare le norme anticorruzione che prevedono un limite di permanenza nella stessa posizione non superiore a nove anni. Poi si è costruita una procedura selettiva che non ha valorizzato adeguatamente esperienze professionali precedenti diverse rispetto a quelle degli “uscenti”, poi ha messo a capo delle commissioni di valutazione, impegnate nei colloqui, gli stessi Direttori che per anni, fino a ieri hanno lavorato fianco a fianco con i candidati poi risultati vincitori. “Questa operazione è durata mesi ed ha riempito pagine e pagine di delibere e di determine, per arrivare ad un risultato ampiamente pronosticabile e apparentemente corretto – conclude Silvia Piccinini – Un meccanismo per fare passare da procedura selettiva quello che è una chiara scelta politica: continuare come prima, non cambiare niente, evitare che arrivino competenze nuove, nuove professionalità, o, peggio, che qualche interno giovane e bravo magari cresca di ruolo”.