“L’attendismo sulle dimissioni dall’Assemblea Legislativa che sembra aver contagiato i tre consiglieri regionali eletti in Parlamento non è di certo uno spettacolo edificante anche perché, come sancisce la legge, l’incompatibilità tra i due incarichi è cosa chiara e scontata. Per questo continuare a tergiversare con l’unico scopo di non perdere la poltrona più remunerativa è davvero inaccettabile”.
È questo il commento di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo al caso delle mancate dimissioni dei consiglieri Aimi, Bignami e Foti eletti in Parlamento in seguito alle elezioni dello scorso 4 marzo.
“Se tutti avessero adottato il principio del MoVimento 5 Stelle, ovvero che non si può lasciare un incarico per il quale si è stati scelti dai cittadini, di certo non ci troveremmo davanti a questo balletto di decisioni e di poltrone – spiega Silvia Piccinini – Detto questo però visto che è passato un mese delle ultime elezioni crediamo che i tre consiglieri regionali, tutti appartenenti al centrodestra, debbano immediatamente scegliere cosa fare. Si è già perso anche troppo tempo. Così come allo stesso modo la situazione che riguarda il sottosegretario Rossi non è accettabile. Dimettersi da consigliere regionale, ma non dal suo ruolo in Giunta, equivale a tenere due piedi nella stessa scarpa. Con l’aggravante che la decisione di Rossi è stata esclusivamente suggerita dalla paura di rompere gli equilibri precari della già traballante maggioranza PD che sostiene Bonaccini. Con un posto da assegnare la guerra delle poltrone all’interno del Partito democratico si farebbe sì sanguinosa ma non priverebbe, così come si è scelto di fare, l’amministrazione regionale di un ruolo di primo piano. Il mantenimento della pace armata nel PD non può essere più importante del bene degli emiliano-romagnoli. Ecco perché – conclude Silvia Piccinini – chiediamo sia ai tre consiglieri del centrodestra che al sottosegretario Rossi di scegliere velocemente su quale poltrona accomodarsi, nel più breve tempo possibile. I doppi incarichi non possono essere oltremodo tollerati”.