“La decisione della Regione di destinare 6 milioni di euro in favore dei progetti attivati dai Comuni per potenziare i servizi dei centri estivi privati è una conferma dell’intenzione della Giunta di favorire la progressiva privatizzazione di un servizio fondamentale per i cittadini. Certo tutto ciò che facilita l’accesso delle famiglie è per noi un’ottima notizia, visto era quello che proponevamo da tempo. Ma è sbagliato pensare sempre innanzitutto al ruolo dei privati ed è sbagliato indirizzare, anche se in modo indiretto, l’utenza verso questi servizi. Per questo ci aspettiamo che la Giunta decida di fare di più anche per il sistema dei servizi pubblici”.
È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, riguardo all’assegnazione di 6 milioni di euro da parte della Regione a i Comuni e alle Unioni di Comuni per consentire l’accesso da parte delle famiglie ai centri estivi e per potenziarne i servizi. “È una decisione, ancora molto parziale, ma che va finalmente nella direzione da noi sempre proposta con atti, risoluzioni, emendamenti – spiega Raffaella Sensoli – Tuttavia, a forza di insistere, siamo riusciti a scavare un forellino nella programmazione regionale dei fondi comunitari ed a fare capire che la conciliazione tra i tempi di vita e tempi di lavoro è un problema gravissimo per le nostre famiglie. Ma è solo un primissimo passo. Il bando regionale prevede ancora termini di apertura dei servizi (i centri estivi) troppo limitati, individuando standard minimi come 2 settimane continuative e 4 ore giornaliere e 5 giorni a settimana. È chiaro che si deve fare di più e che è necessario usare l’insieme delle importanti risorse europee verso misure di supporto al lavoro. Meno corsi inutili ed inefficaci, meno progetti privi di utilità e più incentivi alla conciliazione o all’inserimento lavorativo, come avviene in Paesi nei quali il welfare non è solo il nome di un assessorato o di un ministero, ma un servizio reale per le persone, le famiglie, bambini, ragazzi e imprese”.
Ci sono anche altri aspetti del bando che dovrebbero essere modificati. “Il limite ISEE di 28.000 euro meriterebbe alcune riflessioni – aggiunge Raffaella Sensoli – Al di là del valore indicato, c’è come sempre il rischio che il metro di valutazione costituito dall’attuale ISEE sia inadeguato alla misurazione delle condizioni delle famiglie. Inoltre, visto che la proposta viene anche dall’Assessorato al lavoro e che le misure di conciliazione sono dirette proprio a consentire la convivenza con i tempi di lavoro, anche per quei genitori impegnati in colloqui, incontri, tirocini e altre azioni, è necessario che il sistema dei servizi possa essere potenziato, mentre negli ultimi due anni ha perso un quarto dei dipendenti. Per questo – conclude Raffaella Sensoli – è indispensabile che la piccola goccia che oggi siamo risusciti finalmente a fare uscire diventi un mare di opportunità reali e che comprenda in primo luogo il sistema pubblico”