“Oggi il PD, in Emilia-Romagna come a Roma, si finge baluardo di una battaglia che in realtà non vuole combattere, ovvero quella contro la mafia”. È questo il commento di Gianluca Sassi, consigliere regionale del M5S, riguardo alle polemiche sulla vicenda delle infiltrazioni mafiose a Brescello, comune della provincia di Reggio Emilia.
“Già a febbraio dello scorso anno, subito dopo lo scoppio dello scandalo, intervenendo in aula avevo chiesto a gran voce le dimissioni immediate del sindaco Coffrini – spiega Gianluca Sassi – Sostenere, come si affannano adesso a sostenere esponenti del PD, che il sindaco di Brescello non è iscritto al loro partito è quantomeno patetico. Quella di Brescello è una vicenda vergognosa che il PD ha rifiutato di affrontare politicamente, trincerandosi dietro la scusa delle tessere di partito. Lo dicevamo in tempi non sospetti e lo ribadiamo anche oggi”.
D’altronde quello di Brescello non è l’unico dei “silenzi” messi in atto dal PD per cercare di indebolire la lotta alla mafia. “Anche in Regione il PD ha cercato in tutti i modi di non muovere un dito contro la mafia – aggiunge Gianluca Sassi – Ne sono la prova i loro ripetuti no all’istituzione di una Commissione permanente sulla criminalità organizzata che avevamo chiesto in aula e che il PD non ha votato nonostante i fatti portati alla luce dall’inchiesta Aemilia e ignorando il fatto che nessuna delle Commissioni dell’Assemblea Legislativa avesse uno straccio di delega per affrontare il fenomeno della legalità e dell’infiltrazione mafiosa. Senza contare che i consiglieri di quel partito, che oggi si finge baluardo della lotta alla mafia, hanno stracciato anche la nostra richiesta di un osservatorio sugli appalti regionali. Questa è la loro coerenza”.