“Sulla riduzione dei tempi delle liste d’attesa Bonaccini fa tutto da solo, se la canta e se la suona. I dati che testimonierebbero la diminuzione sono forniti dalla sua struttura, non c’è un ente terzo che le possa certificare. Dubbi tra l’altro confermati dalle cronache dei giornali che ogni giorno raccontano di attese bibliche per un esame”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, dopo la diffusione dei dati sulle liste di attesa da parte della giunta guidata da Stefano Bonaccini.
“La trasparenza sui tempi d’attesa è totalmente inesistente visto che controllore e controllato sono la stessa persona, ovvero la Giunta – spiega Raffaella Sensoli – Credo che l’unica azione vera ma discutibile messa in campo da Bonaccini sia stata di aver speso milioni di euro per pagare prestazioni sanitarie aggiuntive comprate dai privati, con l’obiettivo di abbattere le liste di attesa. Con quanto spendiamo negli anni per acquistare servizi dal privato potremmo dotare gli ospedali di macchinari e assumere il relativo personale e pagare gli stipendi. In questo modo non solo si potrebbe risparmiare ma si realizzerebbe un investimento a lungo termine ammortizzabile nel corso degli anni”. Perplessità anche per quel che riguarda l’altra novità annunciata dalla Giunta, ovvero quella di far pagare agli utenti le visite prenotate ma non effettuate.
“Venturi e Bonaccini parlano di far pagare le visite non effettuate ai pazienti ma noi crediamo che sia necessario anche prevedere dei risarcimenti per quelle persone che vedono limitato il loro diritto alla salute a causa di liste d’attesa infinite – aggiunge Raffaella Sensoli – chiediamo che l’Asl, nei casi in cui una prestazione non possa essere assicurata in tempi civili, risarcisca i pazienti con l’importo medio regionale necessario per ottenere lo stesso tipo di prestazione in regime di libera professione intramoenia, da utilizzare poi come bonus. Bonaccini multa i cittadini, noi multiamo le Asl inadempienti”.
Inoltre la consigliera Sensoli chiede che sia data la possibilità anche ai medici di base di prenotare direttamente una visita specialistica, senza un maggior carico burocratico, in modo da far valutare a loro l’urgenza o meno di una visita e gli eventuali tempi di attesa giudicati “tollerabili” da punto di vista sanitario. “Sulle assunzioni di personale poi crediamo che 190 sia assolutamente un numero insufficiente – conclude Sensoli – Ne avevamo chiesto migliaia, qui siamo di fronte a un provvedimento che non risolve di certo il problema”.