“La Giunta metta fine una volta per tutte alla telenovela della RSA di Novafeltria e dica chiaramente se ci sono, e quante, le risorse per completare la struttura”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, che ha presentato una interrogazione sul caso della Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani in ‘perenne’ fase di completamento.
“Questa storia va avanti ormai da quasi vent’anni e ad oggi non ci sono ancora certezze riguardo sia all’entità dei finanziamenti che ai tempi di realizzazione – spiega Raffaella Sensoli – Nel corso del tempo ci sono stati stanziamenti di risorse a cui poi sono seguite decurtazioni che di certo non hanno agevolato la risoluzione della vicenda. Adesso, anche alla luce del nuovo piano di riordino ospedaliero, chiediamo alla Giunta di fare chiarezza in maniera definitiva”. I finanziamenti per la RSA di Novafeltria, infatti, hanno dovuto subire diverse oscillazioni nel corso degli anni. L’intervento complessivo doveva avere un costo di 5,2 milioni di euro (3,2 milioni per il primo stralcio e 2 milioni per il secondo), così finanziati: 3,5 milioni azienda Usl della Romagna, 1,5 milioni Regione e 200 mila euro Comuni dell’alta Valmarecchia. Sia nella programmazione dell’AUSL Romagna 2014-2016 però, che nel suo bilancio di previsione 2015-2017, queste cifre sono cambiate mettendo di nuovo a rischio il completamento dell’intervento.
“L’assessore Venturi durante la seduta della Commissione Sanità di martedì scorso ha confermato un finanziamento di 5 milioni di euro per Novafeltria non specificando però a quale struttura questo finanziamento sarà destinato, se Casa della Salute o RSA – conclude Raffaella Sensoli – Per questo chiediamo che la Giunta faccia finalmente chiarezza su questo argomento per dare una data certa di realizzazione dell’opera già in ritardo di moltissimi anni”. Nella sua interrogazione la consigliera regionale del M5S chiede alla Giunta “se non ritenga conveniente ridiscutere il dimensionamento di quella struttura che a regime comporterà 28 posti letto insufficienti a rispondere ai bisogni della popolazione e garantire l’equilibrio economico della gestione, fissato in almeno 40 come previsto dalla normativa vigente, oltre a quel motivo abbia spinto l’Ausl Romagna a non rispettare gli impegni presti sullo stanziamento dei fondi”.