Acqua Cervia, Bertani (M5S): “Troppe criticità. Ritornare alla diga di Ridracoli”

Un immediato dietrofront sulla nuova fonte di approvvigionamento idrico per il Comune di Cervia. A chiederlo è Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di una interrogazione presentata alla Giunta. Dal 2015 Romagna Acque, infatti, ha deciso di modificare la fonte di approvvigionamento idrico per i cervesi prelevando l’acqua dal nuovo potabilizzatore NIP2 di Ravenna che deriva l’acqua dal fiume Po tramite il Canale Emiliano Romagnaolo, e non più esclusivamente dalla diga di Ridracoli.

“I cittadini di Cervia però hanno lamentato diversi disagi dovuti al sapore sgradevole dell’acqua e dalla sua alta temperatura (26°28°), che potrebbe fra l’altro causare rischi batteriologici come la legionellosi nei luoghi di deposito dell’acqua degli alberghi, spiega Andrea Bertani – Ma soprattutto questa modifica non è mai stata approvata né dal Consiglio di Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), né dai Consigli locali e neppure dalle Agenzie ex-ATO territoriali di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, così come stabilito dalla Convenzione. A questo punto sarebbe opportuno ripristinare la fornitura idrica proveniente dalla diga di Ridracoli almeno fino a quando non verrà approvato dagli organi preposti il Piano operativo di Romagna Acque. Una soluzione al problema potrebbe essere quella di realizzare al più presto la condotta di collegamento tra il potabilizzatore NIP2 e la condotta proveniente dalla diga di Ridracoli per miscelare in modo più efficace l’acqua. I cittadini di Cervia potrebbero così disporre di un’acqua migliore e a temperatura inferiore e quindi meno soggetta a rischi. Nella sua interrogazione il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle ricorda anche che una quantità d’acqua di Ridracoli, pari a circa quella utilizzata dal comune di Cervia, viene fornita a territori extra ambito Atersir, cioè non appartenenti alla Regione Emilia-Romagna.

“Vogliamo sapere inoltre se la Giunta abbia preso in considerazione l’ipotesi di realizzare un ulteriore invaso, come quello di Quarto – conclude Andrea Bertani – in modo tale da avere maggiori disponibilità di acqua di montagna anziché da potabilizzatore e ridurre anche il prelievo da falda e dai pozzi per salvaguardare anche l’ambiente”.